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Trapianto

ALTE DOSI DI EVEROLIMUS INDUCONO TRANSIZIONE EPITELIO-MESENCHIMALE IN UN MODELLO IN VITRO DI CELLULE DEL TUBULO-PROSSIMALE RENALE: UN POTENZIALE MECCANISMO DI TOSSICITA’ FARMACOLOGICA SISTEMICA.

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Razionale

Gli  inibitori di mTOR, Everolimus (EVE) e Sirolimus, vista l’assenza di nefrotossicità, hanno occupato negli ultimi anni un posto primario negli schemi immunosoppressivi trapiantologici, ma, come altri farmaci, non sono privi di effetti avversi sistemici. In particolare, sono stati segnalati casi di polmonite fibrotica interstiziale post-EVE ad alte dosi. Nella patogenesi di tali effetti, potrebbe avere un ruolo primario il processo di transizione epitelio-mesenchimale (EMT). Durante l’EMT, le cellule epiteliali acquisiscono un fenotipo fibroblastico e la capacità di migrare nell’ interstizio attraverso la degradazione della membrana basale e il rilascio di metalloproteasi della matrice (MMPs) ed Eparanasi (HPSE).

Casistica e Metodi

Pertanto, scopo del nostro studio in vitro è stato quello di valutare se l’EVE sia in grado di indurre EMT di cellule prossimali tubulari renali. Cellule HK-2 wild-type (wt) e silenziate per HPSE sono state trattate per 6 ore con 10, 100 e 500 nM di EVE. L’espressione genica di HPSE e di markers di transdifferenziazione fibroblastica ( α-SMA, VIM, MMP-9) è stata, poi, valutata mediante RT- PCR. Successivamente, l’attività di MMP9 è stata misurata, nei mezzi-condizionati, mediante zimografia. La migrazione è stata determinata mediante “scar assay” a 24 ore.

Risultati

Il trattamento con EVE ad alte dosi (100 o 500 nM) ha prodotto un aumento significativo dell’espressione genica dell’HPSE, α-SMA, VIM ed MMP9 nelle cellule wt, ma non in quelle con il gene HPSE silenziato.  Inoltre, entrambe le alte dosi di EVE hanno indotto il rilascio di MMP9 in forma attiva ed una evidente migrazione delle cellule wt, ma non di quelle HPSE-silenziate.  Concentrazioni terapeutiche di EVE (10nM)  non hanno sortito alcun effetto biologico.

Conclusioni

Questo studio sottolinea, per la prima volta, come il trattamento con EVE ai dosaggi normalmente utilizzati nel trapianto renale non abbia effetti pro-fibrotici, ma ad alti dosaggi (come in oncologia) può indurre EMT causando fibrosi renale/sistemica.

V. Masola1, G. Zaza1, G. Gambaro2, S. Granata1, L. Boschiero1, P. Tomei1, M. Onisto3, A. Lupo1
(1 Unità di Nefrologia, Dipartimento di Medicina, Università/Ospedale di Verona, 2 Divisione di Nefrologia e Dialisi, Università/Ospedale Columbus-Gemelli, Università Cattolica, Roma, 3 Università degli Studi di Padova.)
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