Dal 2009 il nostro centro utilizza l’anticoagulazione regionale con il citrato (RCA) come sistema di anticoagulazione in CRRT. Dal 2001 utilizziamo per il trattamento dello shock settico, in aggiunta alle terapie previste dalla SSC, la CPFA. La CPFA ha dimostrato di essere efficace per la cura dello shock settico, in pazienti con o senza AKI, migliorando i parametri emodinamici. Lo scopo dello studio è confermare il protocollo di RCA in CPFA per migliorarne l’efficienza e l’efficacia.
Abbiamo trattato 22 pazienti (14 M, 8 F), con shock settico e MODS (12/22 AKI). I parametri del trattamento sono: Qb 150 ml/min, flusso plasma (Qp) 30 ml/min, soluzione di pre-diluizione (Na+ 136 mmol/l, citrato 10 mmol/l e acido citrico 2 mmol/l) per mantenere la citratemia nel circuito 3 mmol/l, soluzione di post-diluizione (Na+ 139 mmol/l, K+ 1.5 mmol/l, Ca++ 2 mmol/l, Mg++ 0.75 mmol/l, HCO3- 35 mmol/l, glucosio 5,55 mmol/l). Infusione in post-diluizione di CaCl2 10% come da tabella di riferimento, regolato secondo le esigenze del paziente.
Abbiamo eseguito 147 trattamenti con durata totale di 1191 ore, con media di 8,4 ± 1,2 ore. Media volume plasmatico 11,95 ± 3,5 L, Qb 146 ± 8,9 ml/min, Qp 26,6 ± 3,7 ml/min, dose plasma trattato/kg peso corporeo 1,2 ± 0,39 l/kg. Media infusione CaCl2 10% 4,6 ± 1,4 ml/h, con citratemia, come rapporto Ca++/iCa++, sempre <2,5 (1,47 ± 1,4), anche in 7 pazienti con disfunzione epatica (1,46 ± 0,44) (Fig.1). Bicarbonati 26,4 ± 4,6 mmol/l, pH 7,43 ± 0,1, PTT (46,2 ± 13,2 sec) e PT (60,5 ± 17,8 %). Il protocollo ha permesso di trattare dosi elevate di plasma (Fig.2) senza modificare la coagulazione, l'equilibrio acido-base e la calcemia. La sopravvivenza a 28 e 90 giorni è stata 66,7% e 62% (Fig.3).
La RCA sembra migliorare l’efficienza, l’efficacia e la sicurezza della CPFA.