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Aspetti organizzativi della Nefrologia

COSA POTREMMO FARE CON TRE MILIONI DI EURO IN PIÙ ALL'ANNO? COSTI ECONOMICI E ECOLOGICI DEI RIFIUTI DELLA DIALISI

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Introduzione

La recente crisi economica globale ha posto l'accento sui costi, diretti ed indotti, delle cure. Contemporaneamente, l'attenzione alla protezione dell'ecosistema mette in luce l'urgenza di affrontare una serie di problemi, come quelli dei rifiuti tossici o di sostanze non riciclabili. I rifiuti prodotti dalla dialisi in generale, e dall'emodialisi cronica in particolare, sono al centro di entrambe le tematiche "Agar 2012 [1]" "McDonough W 2002 [2]".

Scopo del lavoro, condotto in collaborazione con il Politecnico di Torino, è quantificare la produzione dei rifiuti prodotti dall'avvio al termine della seduta dialitica, differenziarli in base al materiale ed identificare i principali problemi per un'ottimizzazione della gestione dei rifiuti stessi.

Metodi

Il materiale impiegato per le sedute di bicarbonato emodialisi con 2 monitor è stato suddiviso in "contaminato" (entrato in contatto con liquidi biologici) e "non contaminato". Successivamente è stato pesato, fotografato e conservato. Sono stati analizzati sia gli aspetti funzionali (stoccabilità, efficacia della protezione, usabilità) sia quelli sostenibili (pesi e volumi, composizione materica, presenza di sovra-imballaggi) dei materiali impiegati secondo parametri quantitativi e qualitativi per evidenziare le criticità e le potenzialità di intervento.

Risultati

Il peso del materiale "contaminato" e "non contaminato" è omogeneo per i 2 monitor (2+2 kg). Mentre per il materiale "contaminato" la reciclabilità è molto limitata, per il "non contaminato" è possibile. La quantità di rifiuto "non contaminato" è variabile per ogni seduta dialitica, e dipende soprattutto dall'attenzione posta dall'operatore nella prima differenziazione e nello scolare i liquidi ancora contenuti al termine del trattamento (da 1,5 a 2,5 kg).

I principali problemi da affrontare per la corretta dismissione e il corretto reciclaggio dei rifiuti dialitici sono legati ai materiali (ingente impiego di poliaccoppiati e commistura di materiali polimerici eterogenei, con differente riciclabilità, come PVC, PE, PS), alla loro difficile separabilità, all’impiego di etichettature e giunzioni tramite collanti: si tratta di criticità che rendono difficile una corretta dismissione da parte dell’utente finale. Tra le problematiche principali vi è anche il volume degli imballaggi, i quali nella maggior parte dei casi risultano sovra-dimensionati rispetto al contenuto e alle esigenze di protezione e conservazione; questo comporta uno spreco di materie prime e un aumento dei pesi e dei volumi dei rifiuti da imballaggio prodotti, nonchè ad un aumento di spese di immagazzinaggio e di trasporto. 

Infine, il problema della comunicazione va ad aggravare l’impatto ambientale: sono in generale assenti marcature ambientali ed indicazioni che agevolino una corretta dismissione, in particolare sugli elementi potenzialmente non contaminati.

Conclusioni

Ogni anno, in Italia vengono eseguite circa 160 sedute di emodialisi cronica, per circa 40.000 pazienti; la produzione di rifiuti di 6.400.000 dialisi è di oltre 25.600.000 Kg, di cui circa la metà è classificabile come rifiuti ospedalieri. Il costo di smaltimento dei rifiuti è tra 1.7 e 2 Euro/kg, il che porta ad una cifra tra 50 e 100 milioni di Euro, a seconda dell'attenzione posta alla razionalizzazione della raccolta ed alla differenziazione dei rifiuti stessi. Un risparmio di soli 50 centesimi per dialisi, possbile con una riduzione di 250 grammi di rifiuti speciali a trattamento potrerebbe da sola ad un risparmio di oltre 3 milioni di euro, corrispondenti, ad esempio, a 100 assegni di ricerca annuali. Tale risparmio, innazitutto attuabile con una prima differenziazione dei rifiuti contaminati, potrebbe essere ulteriormente ottenuto ottimizzando materiali e volumi.

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pubblicata il  17 settembre 2013 
da Martina Ferraresi, Amina Pereno*, Roberta Clari, Irene Moro, Marta Nazha, Silvia Barbero*, Giorgina Barbara Piccoli
(Dipartimento Scienze Cliniche e Biologiche, Università degli Studi di Torino - SS Nefrologia - ASOU san Luigi Gonzaga - Orbassano, Torino; * Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, Torino)
Parole chiave: dialisi, ecologia, economia, emodialisi
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