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Aspetti organizzativi della Nefrologia

EPIDEMIOLOGIA ED ORGANIZZAZIONE SANITARIA NEL TRATTAMENTO DIALITICO DELL’INSUFFICIENZA RENALE ACUTA – ESPERIENZA DI UN SINGOLO CENTRO

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Razionale

L’epidemiologia dell’AKI Bellomo Ronco 2004 [1] (full text) sta cambiando rapidamente, e rappresenta una delle più importanti sfide della Nefrologia dei prossimi anni. L’insufficienza renale acuta che richiede dialisi (AKI-D) è in aumento, ed è accompagnata da elevata mortalità e costi sanitari. Scopo dello studio è stato valutare nel periodo 2007-2012 le variazioni di incidenza AKI-D in un Ospedale Regionale Universitario, con un bacino di utenza. di 354.000 abitanti.

Casistica e metodi

Studio monocentrico prospettico su pazienti AKI-D ricoverati in terapia intensiva (ICU) e nei reparti non-intensivi (non-ICU = Nefrologia e altri-reparti).

Risultati

Abbiamo studiato 656 pazienti, 210 (32%) ICU  e 446 (68%) non-ICU. L’incidenza AKI-D è aumentata b significativamente con un trend lineare da 209 (anno 2007) a 410 casi/pmp (anno 2012) [figura 1]. Durante i cinque anni di osservazione, inoltre, la percentuale di pazienti con AKI-D ricoverati in ICU è rimasta stabile, così come in Nefrologia, mentre tra i restanti pazienti non-ICU è stato osservato un aumento dei ricoveri con un rapporto altri-reparti/Nefrologia = 1:1 nel 2007, e 2,4:1  nel 2012 [figura 2]; le cause di AKI-D e le comorbidità dei pazienti in questione sono riportate in figura 6 e 3. Conseguentemente all’aumento di incidenza di AKI-D, il numero totale di dialisi è incrementato da 468 a 851/anno, ed il totale di ore è passato da 1927 a 3576/anno, rispettivamente nel 2007 e nel 2012. La durata delle dialisi è incrementata da 3.53 ± 1.65 ore/HD nel 2007 a 4.71 ± 3.81 ore/HD nel 2012 (p < 0.01) [figura 5].

Esaminando l’adeguatezza dialitica, (URR > 45% nel caso di HD intermittenti, o di durata > 6h se  dialisi tipo SLED) questa è stata osservata nel 58% dei pazienti non-ICU e nel 47% dei casi ICU. La mortalità è stata del 48,8% (ICU = 65,6%; non-ICU = 41,2%, p<0,001). I fattori di rischio indipendenti di mortalità per pazienti ICU e non -ICU sono riportati nella figura 4.

Conclusioni

Come da letteratura abbiamo confermato l’aumento dell’incidenza di AKI-D, del numero di trattamenti dialitici, delle ore dialisi/anno. Occorre notare che 2/3 dei pazienti non erano ricoverati in terapia intensiva, e che in questo gruppo abbiamo osservato un aumento dal 50% al 66% di ricoverati in reparti non-nefrologici. Abbiamo riscontrato, inoltre, una  mortalità elevata, anche nei pazienti non critici, e che la percentuale di trattamenti dialitici adeguati è risultata inferiore al 50%  Uchino S. 2005 [2] Bagshaw SM 2008 [3] (full text). Se confrontiamo i nostri dati con quelli dei pazienti incidenti in dialisi del registro SIN, possiamo osservare che l’incidenza/anno di pazienti che richiedono un trattamento dialitico cronico, dopo episodio di AKI, è incrementato dal 10 al 22%. La presenza di insufficienza renale cronica rappresenta, di per sé, inoltre, un fattore di rischio indipendente per sviluppo di AKI. I dati esposti indicano la necessità di aumentare le risorse dedicate alla Nefrologia, con l’obiettivo di migliorare il processo assistenziale nella sua complessità, e ridurre la mortalità e disabilità.

release  1
pubblicata il  17 settembre 2013 
da Patera F., Battistoni S., Mattozzi F., Ricci E., Fagugli R.M.
(Nefrologia e Dialisi - Ospedale S.Maria della Misericordia, Perugia)
Parole chiave: aki
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