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Cardionefrologia

LA “POLYFARMACY” NEI SOGGETTI DISMETABOLICI CON “SINDROME CARDIO-RENALE”: NOSTRA ESPERIENZA.

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Razionale

Nella popolazione generale vi è una notevole prevalenza di soggetti geneticamente predisposti allo sviluppo di uno stato di “dismetabolismo”, in cui risultano contemporaneamente presenti: DMT2, Dislipidemia, Iperuricemia, etc…. Per il trattamento farmacologico di questi pazienti vengono comunemente impiegati una moltitudine di farmaci. Se, come molto spesso avviene, si sviluppano anche i “danni d’organo”, il loro numero aumenta ulteriormente. In tali casi diventa necessario gestire correttamente la stessa “polypharmacy”.  Abbiamo ritenuto di raccogliere dati inerenti vari aspetti della “polypharmacy” in una coorte di soggetti dismetabolici complessi afferenti ad un ambulatorio nefrologico.

Casistica e Metodi

Abbiamo condotto uno studio cross sectional  valutando una coorte di 212 soggetti (110 M e 102 F, età media 62 aa..) che presentavano contemporaneamente, oltre le caratteristiche dismetaboliche di base sopraelencate, uno stato di Cardio-Vasculopatìa Aterosclerotica ed uno stato di Insufficienza Renale Cronica  complicata da anemia, acidosi metabolica, disionia ed alterazioni del metabolismo calcio-fosforo. Per ogni soggetto abbiamo analizzato la terapia farmacologica sotto vari aspetti: numero di farmaci, tempi e modalità di assunzione, tipologia, posologie, tempi e modalità di prescrizione, interazioni, ecc...

Risultati

Abbiamo rilevato che nella nostra casistica: 1) i soggetti assumevano in media 13 diversi farmaci; 2) spesso le molecole assunte erano state prescritte da diversi medici “specialisti” senza un preventivo confronto sulle eventuali loro interazioni e sugli aggiustamenti posologici ; 3) spesso il soggetto trattato non era in grado di orientarsi correttamente nell’assunzione dei farmaci senza l’aiuto di un “care giver”; 4) spesso  era evidente  la necessità che il medico curante dedicasse più tempo e ponesse maggiore attenzione tanto agli aspetti inerenti le prescrizioni farmacologiche: informativi, motivazionali, educazionali, psico-relazionali, ecc… , quanto alle risultanze “globali” degli obiettivi di cura.

Conclusioni

Riteniamo che la “polypharmacy” sia meritevole di maggiore attenzione e di maggiore confronto tra medici specialisti per il miglioramento degli outcomes globali della pratica clinica quotidiana.

A. Bruzzese1, A. Bruzzese 2, V. Bruzzese3, M. Pasquale4, A. Persichini5, G. Rondanini5, D. Santoro1, V. Savica1, M. Buemi1, G. Bellinghieri1
(1Policlinico “G. Martino”, Università di Messina 2Policlinico “A. Gemelli”, Università Cattolica, Roma 3UO Emodialisi Taurianova, ASP 5 Reggio Calabria 4SC Medicina Interna, Ospedale di Polistena, ASP 5 Reggio Calabria 5Policlinico “Silvestrini”, Università di Perugia )
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