La peritonite, temibile complicanza della dialisi peritoneale(DP), può danneggiare irreversibilmente la membrana con le note conseguenze cliniche.
La presenza di numerosi soggetti immunocompromessi favorisce le infezioni da patogeni emergenti difficilmente diagnosticabili e trattabili.
Tra gli Attinomiceti, il genere Oerskovia(OER) comprende due specie: O.Turbata(OT) e O.Xanthineolytica(OX), potenziali patogeni Gram positivi in soggetti con deficit immunitario e/o portatori di dispositivi medicali impiantabili . La letteratura cita cinque casi di peritonite da OER .
Rifampicina e Linezolid sono antibiotici molto efficaci sui Gram positivi .
Descriviamo il caso di un paziente: maschio, 64 anni, affetto da ADPKD, IPA ed esiti di ictus cerebri. Inizio trattamento dialitico peritoneale: agosto 2008. Successive peritoniti risoltesi con terapia medica. Aprile 2010: riscontro di K papillifero uroteliale trattato con resezione endoscopica e chemioterapia endovescicale. Il 25 giugno 2012: nuova infezione peritoneale. Dopo le indagini laboratoristiche, iniziava trattamento antibiotico empirico(vancomicina + gentamicina I.P.) e sostituiva il set. In quarta giornata, comunicata positività colturale per OX, discontinuava la gentamicina e integrava Cotrimossazolo per os. Sulla base dell'antibiogramma, vista le scarse possibilità di eradicazione, in diciassettesima giornata, si modificava terapia introducendo Linezolid 600 mg bid + Rifampicina. 300 mg bid + Fluconazolo per os.
Si assisteva, così, ad un progressivo miglioramento clinico, suffragato da colture ripetutamente negative, che consentivano di sospendere la terapia antibiotica in corso e di considerare il paziente definitivamente guarito, dopo circa un mese di trattamento.
In conclusione, tra i patogeni emergenti, OX , risulta raramente implicata nelle infezioni in DP, ma causa, nella quasi totalità dei casi, la rimozione del catetere per la risoluzione del quadro clinico. L'associazione Linezolid + Rifampicina, dimostratasi sicura e ben tollerata anche per un periodo di trattamento relativamente prolungato, rappresenta un'opzione efficace in DP, ma anche in altri ambiti clinici visto il numero crescente di pazienti immunocompromessi e/o portatori di materiali protesici.