È noto che nella popolazione uremica vi sia una elevata prevalenza di deficit di Vitamina D.
Scopo del nostro studio è stato quello di valutare lo stato vitaminico D nei pazienti avviati alla dialisi peritoneale e gli effetti della supplementazione orale secondo due diversi schemi.
In un gruppo di 37 pazienti (22 maschi, 15 femmine, età media 64±15anni) avviati alla dialisi peritoneale nel nostro Centro tra Settembre 2009 e Dicembre 2012 sono stati dosati i livelli basali di 25(OH) vitamina D (25(OH)D3), calcemia, fosforemia, fosfatasi alcalina, PTHi, pre-albumina. I dosaggi sono stati ripetuti a 6 mesi dopo impostazione della terapia orale secondo due schemi: somministrazione settimanale con colecalciferolo o giornaliera con calcifediolo.
È stata definita una condizione di carenza la presenza di valori inferiori a 15 ng/mL, una condizione di insufficienza la presenza di valori compresi tra 15 e 30 ng/mL.
Alla valutazione basale solo il 14% dei pazienti aveva valori normali di 25(OH)D3, mentre il 76% presentava una carenza ed il 10% un grave deficit. I livelli di 25(OH)D3 erano correlati in modo inversamente proporzionale all'età (p<0.01) ed allo stato nutrizionale (p=0.05).
Con la supplementazione orale, solo nel 69% dei casi è stata ottenuta una normalizzazione dei livelli, mentre persisteva una grave carenza nel 9% dei casi ed una insufficienza nel 22%. L’aggiunta alla terapia della vitamina D nutrizionale ha comportato una significativa riduzione del PTHi (p=0.03) indipendentemente dall'utilizzo di altri farmaci (calcitriolo, paracalcitolo o cinacalcet), peraltro non influenzando i valori basali di calcemia e fosforemia.
Questo studio conferma che molto spesso vi sia ancora un’alterazione del pool vitaminico D nei pazienti incidenti in dialisi peritoneale. La supplementazione orale ha normalizzato i livelli solo in parte dei pazienti. I nostri dati hanno confermato che la correzione dei livelli di 25(OH)D3 contribuisce di per sè ad una riduzione del PTHi.