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Accessi vascolari

SORVEGLIANZA DELLA FISTOLA ARTEROVENOSA: CONFRONTO TRA UNA RECENTE TECNICA DI EMODILUIZIONE E L’ECOCOLORDOPPLER

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Razionale

Le linee guide K-DOQI raccomandano un regolare monitoraggio del flusso (Qa) dopo il confezionamento di fistola artero-venosa (FAV).

Le tecniche, maggiormente raccomandate, sono l’emodiluizione ad ultrasuoni (Transonic) e l’EcocolorDoppler (ECD), che, putroppo, presentano delle limitazioni, come il costo e la necessità di un operatore esperto.

Nel 2008 Tiranathanagui et al. hanno descritto una significativa correlazione tra il Transonic e una tecnica di diluizione con l’emoglobina (HDT) per la valutazione del Qa.

In questo studio abbiamo analizzato la correlazione tra HDT e ECD a fini della valutazione del flusso negli accessi vascolari.

Casistica e Metodi

Abbiamo osservato 14 pazienti in emodialisi (HD) tramite FAV radiocefelica distale (età media 74.5, 12 M: 2 F, BMI medio 25.4 , 79% ipertensione, 14 % diabete e 14 % cardiopatia). Ciascun paziente è stato valutato sia con ECD che con HDT, eseguito dallo stesso operatore.

Per la determinazione del flusso con HDT, si prelevano due campioni ematici: uno prima dell’HD e l’altro, dopo la partenza della seduta con linee invertite e pompa sangue a 300 ml/min.

Risultati

La misurazione del flusso con HDT presentava una significativa correlazione con l’ECD (r2 = 0.807; p<0.001)(fig.1).

Le medie (±DS) del Qa misurate con ECD e HDT risultavano 964 ± 335 e 875 ± 503 ml/min, rispettivamente. Il Bland-Altman plot mostrava che per un Qa <1000 ml/min, HDT tendeva a sottostimare il flusso di 300 ml/min (fig. 2).

Conclusioni

Nel nostro studio abbiamo osservato che l’HDT correla significativamente con l’ECD, con il vantaggio di essere di facile riproducibilità e di minor costo. La tendenza dell’HDT a sottostimare il Qa per flussi <1000 ml/min, predispone ad una maggiore sorveglianza dell’accesso vascolare e conservare la prevenzione sull’insorgenza delle trombosi.

HDT sembra una valida alternativa per la sorveglianza FAV.

Ulteriori studi saranno necessari ai fini di confermate questi risultati preliminari.

L. Pettorini1, F. Romitelli1, L. Fazzari2, J. Scrivano1, G. Ortu2, E. Di Stasio3, G. Punzo1, P. Menè1, N. Pirozzi1
(1 U.O. Nefrologia e Dialisi, Ospedale Sant’Andrea- Sapienza Università di Roma; 2 Divisione di Nefrologia , CdC Nuova ITOR, Roma; 3 Istituto di Biochimica e Biochimica Clinica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.)
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