Login




Accessi vascolari

Meglio tardi che mai: la fistola artero venosa come accesso vascolare definitivo per emodialisi è un obiettivo da perseguire anche a distanza dall’avvio del trattamento dialitico.

Questo Abstract è stato accettato come Poster. Clicca qui per visualizzare

Razionale

L'emodialisi necessita di un accesso vascolare ad elevato flusso sanguigno. Nonostante le linee guida raccomandino l'impiego della fistola artero-venosa (FAV) come accesso preferenziale, si registra un crescente impiego dei cateteri venosi centrali (CVC). Scopo dello studio è identificare i fattori che influenzano l'accesso utilizzato, e stabilire in quale misura è possibile eseguire il confezionamento FAV a distanza dall’avvio della dialisi.

Casistica e Metodi

Studio osservazionale retrospettivo condotto nella "Città della Salute e della Scienza" di Torino (presidio Molinette). Tutti i pazienti che hanno iniziato il trattamento emodialitico tra luglio 2012-giugno 2013 sono stati inclusi nello studio. Il follow–up è stato di almeno 6 mesi. Sono stati raccolti i dati demografici e clinici (sesso, età, comorbidità principali, late referral). E’ stato valutato l'accesso vascolare utilizzato nella prima sessione di dialisi (FAV su vasi nativi, FAV protesica, CVC temporaneo o tunnellizzato permanente) e l'accesso vascolare presente al termine del follow-up (31/12/2013). I test statistici sono stati effettuati mediante Test di Fisher.

Risultati

Sono stati reclutati 28 pazienti: 13 (46%) hanno avviato il trattamento dialitico mediante CVC temporaneo, 6 (21%) con catetere di Tesio, 6 (21%) con FAV su vasi nativi e 3 (11%) con FAV protesica (Figura1). Nessuna comorbidità è associata in modo statisticamente significativo alla decisione finale, fatta eccezione per la patologia coronarica acuta (CAD) (p=0,02) (Tabella1). A fine osservazione, 7/19 pazienti (37%) che hanno iniziato la dialisi con CVC temporaneo o permanente avevano una FAV o una protesi (6 late referral, 1a prognosi nettamente migliorata dopo avvio della dialisi); 2/19 pazienti (11%) avevano recuperato la funzione renale,permettendo lo svezzamento dal trattamento sostitutivo; 1 paziente (5%) era morto dopo meno di sei mesi dall'inizio della dialisi, 1 (5%) era in trattamento dialitico peritoneale e 5/19 (26%) dializzavano mediante CVC permanente (3 in attesa di confezionamento FAV, 2 ritenuti non idonei al confezionamento FAV per CAD). Nessuno dei pazienti che ha iniziato il trattamento mediante FAV ha dovuto proseguire con CVC nel periodo di studio.

Conclusioni

L'uso di CVC come primo accesso per emodialisi è alto, soprattutto per l'alto numero di late referral e di pazienti con comorbidità gravi scompensate che richiedono l’avvio della dialisi in emergenza. In molti casi il confezionamento FAV avviene dopo la stabilizzazione clinica e solo in pochi casi, valutati singolarmente, si può accettare il CVC permanente come accesso vascolare definitivo.

Ferraresi M, Leonardi G, Merlo I, Pagani F, Anania P, Cantaluppi V, Guarena C, Biancone L
(S.C. Nefrologia, Dialisi e Trapianto U., Dipartimento di Scienze Mediche, AOU Citta' della Salute e della Scienza e Universita' di Torino, Torino)
Non sono presenti commenti
Figure
Realizzazione: TESISQUARE®

Per assistenza scrivere al Supporto Tecnico