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Accessi vascolari

Middle-Arm fistula: la sola fistola possibile…tutto il resto solo chiacchere e distintivo.

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Razionale

  Nel 1966 Cimino-Brescia idearono ed allestirono la fistola arterovenosa radio-cefalica (dFAV). Oggi la popolazione dei pazienti in trattamento dialitico sostitutivo è cambiata da quella degli anni ’70, in particolare la loro età anagrafica è in progressivo aumento e questo si accompagna anche alla presenza di maggiori comorbilità. La numerosità di questa popolazione sta crescendo ed anche la percentuale di late referral, con un aumento degli accessi vascolari temporanei. Le linee guida hanno tuttavia continuato a proporre come prima scelta la dFAV e come seconda scelta l’approccio prossimale sull’arteria brachiale. Nel 2000 Konner (NDT 2000, 15: 1317-25) dimostra un minor tasso di fallimento intra-operatorio e una maggiore sopravvivenza ad un anno.

Casistica e Metodi

  Nel periodo dal 1 gennaio 2001 al 31 dicembre 2012 sono state confezionate in pazienti sia incidenti che prevalenti 606 su vasi nativi. La tipologia di FAV allestite nel decennio 2001 -2012 si è andata progressivamente modificando con un incremento della prevalenza della tipologia middle-arm (dal 25 al 83%)

  End-point valutati: definizione. • Trombosi intraopertaoria o nei primi 30 gg. • Patency primaria: sopravvivenza non assistita dell’accesso vascolare. • Patency secondaria:  sopravvivenza assistita (intervento chirurgico, PTA, fibrinolisi).

Risultati

  •Trombosi intraoperatoria o nei primi 30 gg: <  5% • Patency al I anno: > 90% • Patency al II anno:  82%. • Fistole non pungibili ma recuperabili con procedura endovascolare o chirugica: 2% (fig 1)

  Considerando solo coorte di pazienti incidenti (280), con allestimento programmato dell’accesso (senza il fattore confondente della presenza di catetere venoso centrale) la sopravvivenza della middle-arm Vs la fistola distale viene ulteriormente confermata con tempo di maturazione minore, minor tempo di proto puntura e  con minor necessità di procedure per la patency secondaria

Conclusioni

  I nostri dati confermano le evidenze di Konner. "Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose" (A. Einstein)

Mangano S, Riva H, Martinelli D, Bellasi A, Dossi C, Minoretti C, Bonforte G
(1 Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi – Azienda Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” - San Fermo della Battaglia Como. 2 Università degli studi Milano Bicocca: scuola di specializzazione in nefrologia. )
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