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Accessi vascolari

HeRO GRAFT, UNA NUOVA SOLUZIONE PER I PAZIENTI EMODIALIZZATI CATETERE-DIPENDENTI PER DEPAUPERAMENTO DEL PATRIMONIO VASCOLARE AUTOLOGO: PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO{-}

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INTRODUZIONE

HeRO graft (Hemodialysis Reliable Outflow) è, ad oggi, il solo accesso vascolare arterovenoso (A-V) per emodialisi capace di produrre buone performances cliniche in pazienti con stenosi venosa centrale. Esso si compone del venous outflow component (VOC), che viene posizionato, mediante tecniche endovascolari nella vena centrale, con la punta radioopaca aggettante in atrio destro, e l’arterial graft component (AGC) che, a livello del solco deltoideo-pettorale, viene connesso al VOC mediante un connettore al titanio, mentre l’altra estremità viene anastomizzata con l’arteria alimentante l’accesso.

PAZIENTI ED INDICAZIONI

HeRO graft è l’unico accesso AV completamente sottocutaneo indicato nei pazienti in trattamento emodialitico con stenosi delle vene centrali. HeRO graft è indicato inoltre nei pazienti emodializzati. CVC dipendenti o che si apprestano a diventarlo per esaurimento delle opzioni di AVF o AVG.

MATERIALI E PROCEDURE

Il posizionamento dell'HeRO graft va effettuato in anestesia generale. La componente venosa, di 19 fr, costituita da silicone con rinforzo anti-kinking ed anti-crushing di nitinolo, va inserita, con tecnica percutanea, nella vena giugulare interna; la punta (radiopaca con lega in platino) va posizionata in atrio dx.

Il passo successivo consiste nella tunnellizzazione retrograda della componente venosa sino al solco deltoido-pettorale, dove viene collegata, mediante connettore in titanio, con la componente arteriosa la quale consiste in un graft tradizionale in ePTFE, del calibro di 6 mm.

Il graft in ePTFE, preventivamente tunnellizzato e dimensionato in base alle caratteristiche anatomiche del paziente, viene, come ultimo step, anastomizzato con l'arteria brachiale a livello della piega del gomito.

CASO CLINICO

In questo lavoro viene presentato un report riguardante il posizionamento di HeRO graft in una paziente di 53 anni, uremica cronica terminale per nefropatia diabetica, in trattamento emodialitico cronico dal 12/6/2012 in cui l'esiguità del patrimonio vascolare di entrambi gli arti superiori aveva indotto il posizionamento di catetere venoso tunnellizzato (Permcath) in vena giugulare interna destra nell'aprile 2013. In data 2/4/2014 la paziente è stata sottoposta ad intervento chirurgico di posizionamento di HeRO graft secondo la tecnica precedentemente illustrata. Il decorso post-operatorio si è caratterizzato per dolore e segni di ischemia all’arto superiore destro insorto nelle prime 48 ore, a configurare una "steal syndrome" di III grado, attribuibili alle estese calcificazioni arteriose reperite nel corso dell’intervento, successivamente regrediti col passare dei giorni (I-II grado), in rapporto al parallelo sviluppo di circoli collaterali performanti.

CONTROINDICAZIONI

  • Arteria omerale < 3mm di diametro.
  • Ipotensione arteriosa (PAS < 100 mmHg).
  • Diatesi emorragica o trombofilica.
  • Grave cardiopatia (F.E.< 20%). 
  • P.M. – AICD omolaterali.
  • Arteriopatia ostruttiva all’arto superiore.
  • Allergia ai materiali del device.
  • Infezione del sito d’impianto.
  • Infezione sistemica nota o sospetta.
  • Nel caso di stenosi venosa centrale, impossibilità a dilatare il vaso venoso target (es. vena giugulare interna), tale da non consentire il passaggio della componente venosa (19F).

COMPLICANZE

  • Trombosi.
  • Infezione (più frequente in caso di lunga permanenza di CVC-ponte).
  • Steal syndrome.
  • Sindrome della vena cava superiore.
  • Embolizzazione del TIP (riportata dopo procedura di trombectomia).

A queste complicanze vanno aggiunte quelle tipiche dei graft, tranne l'iperplasia neointimale che, in caso di Hero graft, per l'assenza di anastomosi venose, non si realizza.

CONCLUSIONI

  • HeRO rappresenta una valida alternativa per i pazienti in trattamento emodialitico cronico CVC dipendenti, l’unica possibile in quelli con steno-ostruzioni venose centrali e senza possibilità di confezionare AVF o AVG.
  • Rispetto al CVC HeRO presenta tassi di batteriemia (-69%) e trombosi inferiori.
  • Rispetto alle AVGs convenzionali, HeRO non mostra differenze statisticamente significative in termini di pervietà ed adeguatezza dialitica.
  • La eleggibilità del pz deve tuttavia essere valutata con particolare rigore (specie se diabetico, cardiopatico e/o con calcificazioni vascolari).
  • HeRO necessita verosimilmente di uno stretto follow-up e di interventi aggressivi (chirurgia vascolare e/o radiologia interventistica) per prolungarne la pervietà.
release  1
pubblicata il  28 settembre 2014 
da Fumarola M.*, Cifarelli M.°, De Angelis E.°, Ruggero M.°, Vernaglione L.*, Montanaro A.*, Manisco G.*
(*S.C. Nefrologia e Dialisi - Ospedale "A. Perrino" - Brindisi; ° S.C. Chirurgia Vascolare - Ospedale "A. Perrino" - Brindisi)
Parole chiave: accessi vascolari, emodialisi, fav protesica
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