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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

Rabdomiolisi da Gabapentin: a case report

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Razionale

Il gabapentin (GBP) è un farmaco con diverse indicazioni, tra cui la neuropatia diabetica. Non viene metabolizzato ed è escreto per via renale. Gli effetti collaterali comuni sono: artralgie, mialgie, affaticamento, vertigine e atassia; rarissima è la comparsa di rabdomiolisi. Il meccanismo con cui si sviluppa miopatia non è noto.

La rabdomiolisi, le cui possibili cause sono: traumi, esercizio fisico intenso, infezioni, farmaci e tossine, è una sindrome caratterizzata da danno della muscolatura scheletrica con conseguente rilascio in circolo dei componenti della miocellula.

Di seguito descriviamo un caso di rabdomiolisi conseguente l’uso di GBP in pazienti con insufficienza renale cronica (IRC).

Casistica e Metodi

Uomo, 65 anni, in dialisi peritoneale (DP) da 14 mesi , affetto da cardiomiopatia ischemica  e ipocinetica grave, diabete mellito tipo 2, polineuropatia sensitivo-motoria.

Il paziente giungeva in reparto presentando gravissima astenia, mialgie diffuse e ipotensione.

Assumeva da tre giorni GBP, dopo il fallimento delle precedenti terapie con antidepressivi triciclici,oppiacei e FANS.

Gli esami di laboratorio confermavano l’aumento degli indici di necrosi muscolare.

L’immediata sospensione del farmaco, associata al trattamento dialitico con CAPD incrementato da 3 a 4 scambi giornalieri, per una settimana, portava a miglioramento del quadro clinico e biochimico.

Risultati

Negli ultimi 10 anni, sono stati segnalati all’AIFA 3 casi di Rabdomiolisi secondari all’assunzione di GBP.

Negli anni l’utilizzo della DP nell’insufficienza renale acuta si è notevolmente ridotto. L’efficacia depurativa della metodica è decisamente inferiore rispetto ai trattamenti extracorporei continui.

Conclusioni

In conclusione il GBP può essere associato a rabdomiolisi. La tossicità da GBP nei pazienti con IRC è spesso misconosciuta, questi pazienti ricevono talvolta un dosaggio eccessivo per la loro funzione renale. Nei pazienti con IRC occorre pertanto una maggiore consapevolezza di tale rischio ed  un follow up laboratoristico per individuare reazioni avverse precoci. 

Falconi D.(1), Brunetti C.(2), Gherzi M. (1), De Prisco O. (1), Tattoli F. (1), Marazzi F. (1), Marengo M. (1), Serra I. (1), Tamagnone M. (1), Formica M. (1)
((1)S.C. Nefrologia e Dialisi ASLCN1, Ospedali di Ceva, Mondovì, Saluzzo e Savigliano; (2)S.C. Farmacia del Presidio Ospedaliero ASLCN1, Ospedale di Ceva)
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