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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

CRISTALLURIA A “FASCINE DI GRANO”: UNA CARATTERISTICA COMUNE DI DIVERSE SULFONAMIDI?

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INTRODUZIONE

Le sulfonamidi sono un gruppo eterogeneo di farmaci, noti per essere poco solubili nelle urine acide. La sulfadiazina, in particolare, è nota per causare una cristalluria a “fascine di grano” (“shocks of wheat” secondo gli autori anglosassoni), che talvolta può portare ad insufficienza renale acuta. Anche il sulfametossazolo è stato riportato essere causa di cristalluria in alcuni casi (Siegel WH - J Urol 1977 [1], Buchanan N - Br Med J 1978 [2], Shrishrimal K et al - Am J Kidney Dis 2011 [3]). Tuttavia, immagini dei suoi cristalli sono state pubblicate in solo un’occasione, dove risultarono avere una morfologia pleiomorfa (Shrishrimal K et al - Am J Kidney Dis 2011 [3]).

MATERIALI E METODI

Riportiamo due casi di cristalluria in pazienti trattati con sulfametossazolo nei quali è stata eseguita l’analisi del sedimento urinario.

RISULTATI

Due donne, di 31 e 50 anni, sono giunte alla nostra attenzione per evidenza di cristalluria “atipica” ad un esame urine eseguito presso un altro laboratorio per un’infezione delle vie urinarie. Entrambe le pazienti stavano assumendo Trimetoprim/sulfametossazolo 160/800mg BID, mentre non stavano assumendo altri farmaci noti per causare cristalluria. Gli esami di laboratorio sono riassunti nella tabella 1. L’analisi del sedimento urinario ha dimostrato la presenza di cristalluria a “fascine di grano” (figure 1 e 2). In entrambi i casi, la sospensione del farmaco ha portato alla scomparsa della cristalluria.

CONCLUSIONI

Dal primo caso pubblicato nel 1977, solo pochi autori hanno descritto il verificarsi di cristalluria associato all’assunzione di sulfametossazolo (Siegel WH - J Urol 1977 [1], Buchanan N - Br Med J 1978 [2], Shrishrimal K et al - Am J Kidney Dis 2011 [3]). Solo in un caso sono state pubblicate delle immagini, in cui la cristalluria era birifrangente e pleiomorfa (Shrishrimal K et al - Am J Kidney Dis 2011 [3]). Nei nostri casi, invece, questi cristalli possedevano la morfologia “a fascine di grano”, che alcuni autori considerano tipica della cristalluria da sulfadiazina (Fogazzi GB - Nephrol Dial Transplant 1996 [4] (full text), Derebail VM et al - Kindey Int 2009 [5]). Questo potrebbe suggerire che differenti sulfonamidi possono produrre lo stesso tipo di cristalluria, dato che condividono parte della struttura chimica. Un’identificazione di questi cristalli può avere conseguenze cliniche: ad esempio, nei pazienti con insufficienza renale, il riconoscimento di questi cristalli dovrebbe portare ad evitare altri fattori di rischio litogenici (disidratazione, ipoalbuminemia, urine acide, sovradosaggio) e alla sospensione del farmaco in caso di peggioramento della funzione renale.

release  1
pubblicata il  27 settembre 2014 
da Simona Verdesca, David Cucchiari, Manuel Podestà, Marta Monari¹ and Salvatore Badalamenti
(U.O. Nefrologia e Dialisi e ¹U.O. Laboratorio Analisi - Humanitas Clinical and Research Center - Rozzano (Mi))
Parole chiave: cristalluria, sedimento, sulfonamidi
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