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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

EFFETTI DELLA COMPLIANCE AL TRATTAMENTO DIETETICO IPOPROTEICO NEI PAZIENTI CON INSUFFICIENZA RENALE CRONICA

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INTRODUZIONE

La terapia dietetica ipoproteica (TDI) è considerata una strategia terapeutica per ritardare la comparsa dei sintomi dell’uremia terminale e ritardare l’ingresso in dialisi nei pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) [Giordano C] [1] In tal senso, un buona compliance alla dieta può contribuire al benessere psico-fisico del paziente [Combe C, Deforges-Lasseur C, Caix J [2]. Ad oggi pochi studi hanno valutato l'importanza dell'aderenza alla dieta e dei fattori che possono intervenire nel modificarla, in rapporto all'efficacia del trattamento dietetico ipoproteico su alcuni ourcome del paziente con malattia renale cronica.

Casistica e metodi

A tal scopo abbiamo fornito un questionario sulla compliance al regime alimentare ad un campione di pazienti con IRC (stadio III e IV) del nostro ambulatorio. La randomizzazione è stata effettuata arruolando progressivamente dalla data del novembre 2013 pazienti dell’ambulatorio di nefrologia in TDI. Il primo gruppo era composto da 51 pazienti che iniziavano una dieta ipoproteica. Un secondo gruppo era formato da pazienti in IRC stadio III e IV (con medesime caratteristiche) che non effettuavano dieta ipoproteica per motivi personali e che è stato utilizzato quale gruppo di controllo. Tutti i pazienti del primo gruppo avevano iniziato la dieta nel corso dell’ultimo anno. Successivamente, sono stati raccolti i dati relativi ai parametri di laboratorio dopo sei mesi insime con la ripetizione del questionario sulla compliance.

Risultati

La stima preliminare di alcuni modelli probit e ordered probit, aventi come variabile dipendente, rispettivamente, la circostanza che il paziente segnali un miglioramento e il livello di miglioramento (nessun miglioramento, condizioni invariate, miglioramento) ha evidenziato il 55,8% di probabilità che il paziente dichiari di essere migliorato a seguito della dieta. La difficoltà nel seguire la dieta può incidere negativamente, infatti si osserva una riduzione del 21,23% della probabilità di riportare un miglioramento a seguito dell'inizio della dieta. Inoltre il numero di mesi in cui è stata osservata un’alimentazione a ridotto contenuto proteico era anch'esso legato in maniera inversa alla difficoltà a seguire una TDI. Al controllo a sei mesi c'è una correlazione positiva tra la durata della terapia dietetica e l'aderenza alla dieta. Per quanto concerne i dati clinici, i mesi di dieta sono correlati inversamente con colesterolo (-0.2605), trigliceridi (-0.1965) e l'indice di massa corporea (-0.1727) e positivamente con i bicarbonati (-0.2317). La probabilità che i pazienti dichiarino di esser migliorati a seguito della TDI è del 50.26%. Le altre probabilità stimate sono 38.14% (stabilità) e 11,60% (peggioramento). L'età e il sesso del paziente sono debolmente significative: tanto maggiore è l'età, tanto maggiore è anche la probabilità di avere un miglioramento. Le pazienti di sesso femminile hanno anche maggiore probabilità di riportare un miglioramento con la dieta. La probabilità che il paziente dichiari di essere peggiorato dipende anche dalla difficoltà di seguire la dieta.

Conclusioni

I risultati del nostro studio prospettico evidenziano che oltre il 50% dei nostri pazienti dichiari di essere migliorato con la TDI. Tale miglioramento è maggiore soprattutto negli anziani e nelle donne. La dieta ipoproteica tende a migliorare la dislipidemia, l'acidosi metabolica ed a ridurre l'indice di massa corporea. Una delle cause di mancato effetto benefico indotto dalla dieta sembra legato alla difficoltà che i pazienti riferiscono nel poter seguire un corretto regime alimentare ipoproteico.La dieta nel paziente affetto da IRC può essere considerata un’alternativa terapeutica per migliorare le condizioni cliniche e ritardare l’ingresso in dialisi del paziente. [Fouque D., Aparicio M. [3].Tuttavia, le difficoltà nell’osservare un regime alimentare così stringente possono comportare una riduzione dei benefici e richiedono il supporto e l’assistenza costante del nutrizionista, attraverso la compilazione di un programma alimentare personalizzato.

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pubblicata il  27 settembre 2014 
da Francesca Montuori¹, Annamaria Bruzzese¹, Eleonora Di Mauro¹, Milena Barillari¹, Lara Gitto², Silvia Lucisano¹, Carmela Aloisi¹, Michele Buemi¹, Domenico Santoro¹
(¹U.O.C. di Nefrologia e Dialisi – Policlinico Universitario “G. Martino” – Messina; ²CEIS Sanità, Università di Roma "Tor Vergata".)
Parole chiave: dieta ipoproteica, insufficienza renale cronica
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