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Trapianto Renale

VALUTAZIONE DELLA EFFICACIA DI UN PROTOCOLLO DI INTERVENTO/MONITORAGGIO IN PAZIENTI TRAPIANTATI DI RENE CON CONTAMINAZIONE FUNGINA DEL LIQUIDO DI CONSERVAZIONE ORGANI

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INTRODUZIONE

La contaminazione fungina del liquido di conservazione organi (LCO) può essere causa di gravi infezioni sistemiche e complicanze vascolari (arteriti e/o aneurismi micotici dei vasi renali e deiscenze dell’anastomosi vascolare del trapianto). Nell’immediato post-trapianto numerosi protocolli di monitoraggio/intervento sono stati impiegati, nei vari centri, in caso di positività del LCO per funghi, incluso l’espianto preventivo (Matignon et al, 2008 [1] (full text), Mai et al, 2006 [2], Canaud et al, 2009 [3] (full text), Albano et al, 2009 [4] (full text), Theel et al, 2013 [5] (full text)).

CASISTICA E METODI

In questo studio è stata valutata l’efficacia di un protocollo di intervento conservativo (figura 1) in riceventi di trapianto renale da donatore deceduto con liquido di conservazione positivo per funghi. Tale protocollo prevede: a) il trattamento antimicotico premptive con caspofungina o con fluconazolo in caso di Candida parapsilosis data la nota resistenza di tale ceppo alle echinocandine; b) monitoraggio clinico, laboratoristico (conta leucocitaria, PCR, procalcitonina), microbiologico (colturali dei liquidi biologici, dosaggio sierico dell’antigene fungino β-glucano, identificazione dei ceppi di Candida produttori di biofilm); c) monitoraggio strumentale dei vasi renali con ecocolordoppler e risonanza magnetica (RMN) senza mezzo di contrasto con analisi delle sequenze in diffusione (figura 0).

RISULTATI

Nel periodo Gennaio-Dicembre 2013 presso il nostro centro sono stati sottoposti a trapianto renale da donatore deceduto 125 pazienti (tabella 1). In 10/125 (8%) il liquido di conservazione organi è risultato positivo per funghi: Candida albicans (n=7), Candida glabrata (n=1), Candida parapsilosis (n=2).

Il dato microbiologico relativo alla positività per funghi è stato disponibile mediamente in 4 giornata post-operatoria, data in cui è stato avviato il trattamento antimicotico preemptive. Il monitoraggio microbiologico su urine, sangue e liquidi di drenaggio ha dimostrato la presenza in un solo caso di urinocoltura positiva per E. Coli ed in nessun caso di funghi. Lo studio vascolare con doppler e con RMN senza mdc con analisi in diffusione ha escluso complicanze micotiche. 2/10 pazienti hanno sviluppato una pielonefrite 14 giorni post- trapianto (E.Coli in 1 caso, ad eziologia sconosciuta nell’altro), trattate con successo con terapia antibiotica. Attualmente, dopo follow-up di 11,4±3,5 mesi tutti i pazienti sono vivi e con trapianto funzionante (tabella 2).

CONCLUSIONI

I risultati del nostro studio dimostrano che un protocollo basato su una terapia antifungina preventiva associata a monitoraggio clinico, microbiologico e morfologico può essere considerato sicuro ed efficace nei pazienti trapiantati di rene con liquido di conservazione contaminato da funghi.

release  1
pubblicata il  28 settembre 2014 
da Ranghino A¹, Diena D¹, De Rosa FG², Faletti R³, Barbui AM⁴, Guarnaccia C³, Corcione S², Messina M¹, Biancone L¹
(¹Unita' di Trapianto Renale "A.Vercellone", S.C. Nefrologia, Dialisi e Trapianto U., Dipartimento di Scienze Mediche, AOU Città della Salute e della Scienza e Università di Torino, Torino; ²Dipartimento di scienze mediche, Malattie infettive, Ospedale Amedeo di Savoia, Università di Torino, Torino; ³Instituto di Radiologia, Dip. Scienze Chirurgiche, Università di Torino, Torino; ⁴Laboratorio di Microbiologia, Dipartimento di Medicina di Laboratorio, AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Parole chiave: infezione, liquido conservazione organi, trapianto renale
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