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Dialisi peritoneale

IL CATETERE MARSUPIALIZZATO, LA CHIAVE PER INCREMENTARE LA PREVALENZA DELLA DP: IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA E NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE.

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Razionale

Nel 2006 il nostro gruppo ha modificato la tecnica di Moncrief di tunnellizzazione nel sottocute del catetere peritoneale rendendolo superficiale, chiuso, con punti di repere della cuffia esterna e quindi semplice da esternalizzare.

Obbiettivo dello studio é stabilire i vantaggi del catetere peritoneale marsupializzato (CM) in termini di funzionamento, complicanze, pratica clinica, organizzazione e il suo ruolo nella prevalenza della PD. 

Casistica e Metodi

Al termine del percorso di orientamento nell’ambulatorio predialsi, i pazienti candidati alla DP sono stati sottoposti all’intervento di posizionamento del CM. Sono stati raccolti i dati ralativi a: popolazione, CM, tempo d’addestramento e prescrizioni dialitiche.

Risultati

Dal 1/1/2006 al 31/12/2013, i nefrologi hanno posizionato 172 CM in 169 pazienti (tab1). Non sono emerse importanti complicanze post-chirurgiche e tutti i cateteri erano funzionanti al momento della marsupializzazione.

Durante il follow-up i pazienti in DP sono aumentati da 22 a 63 e la prevalenza della DP dall’8% al 19%. 

Tutti gli addestramenti sono stati iniziati di lunedì e l’88% dei pazienti non ha richiesto più di 5 giorni .

Tutti i pazienti sono stati sottoposti a dialisi incrementale, iniziata con monoscambio notturno. 37 pazienti (22 %) non hanno richiesto un aumento del numero degli scambi: 25 pazienti  (67%) avevano più di 75 anni ed hanno mantenuto questa prescrizione fino alla fine dei loro giorni.

Conclusioni

Il CM permette al paziente di iniziare la dialisi in buone condizioni cliniche, con un addestramento breve e ambulatoriale.

L’effetto sinergico del programma di predialisi, del CM e della dialisi incrementale offre inoltre una possibilità anche ai pazienti più anziani senza caregiver,che in molti casi necessitano una minore dose dialitica a nostro parere perché nell'anziano il decadimento della funzione renale è più lento grazie all’aderenza dietetica e alla riduzione del rischio di disidrazionein corso di DP.

Riva H(1), Bonforte G(2), Arrighi E(3), Croppi G(2), Martinelli D(3), Minoretti C(3), Mangano S(3)
(1 Università degli Studi Bicocca – Milano, Italy 2 EOC - Ospedale “Beata Vergine”, Mendrisio, Svizzera 3 Azienda Ospedaliera “S. Anna” - S. Fermo della Battaglia – Como, Italy)
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