L’insufficienza renale cronica (IRC) è una malattia caratterizzata da una elevata prevalenza di complicanze cardiovascolari. I pazienti nefropatici sono esposti a disfunzione endoteliale, stress ossidativo e ad anomalie metaboliche che portano al rimodellamento arterioso e allo sviluppo di calcificazioni vascolari.
Recenti studi hanno evidenziato il possibile ruolo protettivo di fetuina, sclerostina sullo sviluppo e progressione della calcificazioni vascolari.
Abbiamo studiato struttura, composizione chimica ed espressione di sclerostina e di fetuina nelle placche dei pazienti con IRC e correlato i risultati ottenuti con il calcium score.
Lo studio è stato condotto su 30 pazienti affetti da IRC III-V stadio e su un gruppo di controllo. Abbiamo studiato mediante ultrasonografia e Tomografia Computerizzata le placche di ciascun paziente e dopo averle prelevate abbiamo esaminato con il microscopio elettronico la struttura di ciascuna placca, misurato l’espressione di fetuina e sclerostina con immunoistochimica e infine, per comprenderne la composizione chimica, abbiamo estratto la parte calcifica delle placche per sottoporla a spettrofotometria previa degradazione del materiale biologico. Abbiamo correlato i risultati ottenuti con il calcium score.
I pazienti con IRC presentano un maggior numero e diffusione di placche rispetto ai controlli. Le placche sono di volume superiore e la percentuale di placca composta da core necrotico e calcio è maggiore rispetto al tessuto fibroso(p<0.0001). Differente è anche la composizione chimica:fosfato di calcio e idrossiapatite sono più rappresentati nei pazienti con IRC. Sclerostina e fetuina risultano espresse in minor misura nelle placche dei pazienti con IRC(p<0.005). Il calcium score risulta essere correlato inversamente con i valori di scleostina e fetuina e direttamente correlato con la percentuale di placca calcifica e di idrossiapatite in essa presente.
Fetuina e sclerostina risultano meno espresse nelle placche dei pazienti nefropatici favorendone lo sviluppo. L'IRC influisce sulla composizione delle placche arteriose, che in questi pazienti sono instabili e a rischio rottura.