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Genetica e omiche/modelli sperimentali/scienza di base

NELLE CELLULE TUBULARI RENALI LA RAPAMICINA INDUCE AUTOFAGIA ATTRAVERSO L’ATTIVAZIONE TRASCRIZIONALE DEL RECETTORE P75NTR

poster

Introduzione

La rapamicina attraverso l’inibizione del complesso proteico mTor esercita effetti antiproliferativi e immunosoppressivi. Studi in vitro dimostrano che nelle cellule tubulari renali, HK2, la rapamicina, attraverso l’attivazione dell’ autofagia, mitiga il danno pro-apoptotico indotto dalla proteinuria [1] (full text). Nostri studi in vitro hanno evidenziato che nelle HK2 la Ciclosporina A (CsA) aumenta l’espressione della neurotrofina NGF e che il trattamento cronico con NGF potenzia l’effetto nefrotossico della CsA attraverso l’arresto del ciclo cellulare e l’attivazione del pathway di morte del recettore del NGF, p75NTR [2] (full text). Studi preliminari hanno evidenziato che nelle HK-2 il trattamento cronico con rapamicina riduce la vitalità cellulare ma non induce apoptosi e che la rapamicina non modifica i livelli di NGF e del suo recettore di sopravvivenza TrKA, ma aumenta l’espressione genica del p75. Pertanto lo scopo del lavoro è stato quello di indagare se la riduzione della vitalità rapamicina-indotta è conseguente all’attivazione dell’autofagia e il coinvolgimento dell’asse NGF/TrKA/p75NTR nell’effetto biologico osservato. 

Materiale e Metodi

Cellule HK2; MTT-assay; western blot; qPCR; DNA Ladder Assay; tecniche di silenziamento genico; trasfezioni transienti del promoter wt del gene p75NTR

Risultati

Saggi di MTT dimostrano che l’esposizione cronica a dosi crescenti di rapamicina riduce la vitalità cellulare delle HK2 dopo 72h (Fig. 1A) e 6 gg (Fig. 1B) di trattamento Tuttavia, analisi di qPCR non evidenziano l’attivazione genica e proteica di alcuni markers pro-apoptotici (p53, BAD) (Fig. 1C-D). L’assenza di apoptosi è confermata dal test del DNA Laddering che non mostra frammentazione del DNA (Fig. 1E). Pertanto abbiamo indagato se la riduzione della vitalità cellulare fosse legata all’innesco dell’autofagia. Dati di qPCR mostrano che il trattamento con rapamicina determina l’up-regolazione genica e proteica dei principali markers di autofagia Beclin 1 (Fig. 2A-B) e LC3 (Fig. 2C-D), pur non modulando ATG5 e ATG7 (Fig. 2E-F). che è noto non essere determinanti per l’innesco del processo autofagico. I nostri risultati dimostrano il ruolo cruciale che il recettore p75 esercita nell’upregolazione dei markers autofagici, poichè in cellule nelle quali abbiamo silenziato il gene p75 (Fig. 3A),  l’attivazione di beclin (Fig. 3B) e di LC3 (Fig. 3C) risulta reversata. Infine, Studi di trasfezione transiente effettuati trasfettanto le HK2 con un plasmide contenente il promoter wt del recettore p75 dimostrano che l’upregolazione di p75 osservata sotto dosi farmacologiche di rapamicina (20nM) (Fig. 4A) è di tipo trascrizionale (Fig. 4B). 

Conclusioni

In accordo con i dati della letteratura che dimostrano che nelle cellule del Purkinje deprivate di neurotrofine l’attivazione di p75NTR induce autofagia [3] (full text), i nostri dati dimostrano che nelle Hk2, l’autofagia indotta dal trattamento con dosi farmacologiche di rapamicina è mediata dall’attivazione trascrizionale di p75NTR.

release  1
pubblicata il  26 settembre 2014 
da Toteda G, Lupinacci S, Vizza D, Perri A, Leone F, Gigliotti P, Lofaro D, Bonofiglio R.
(Centro di Ricerca "Rene e Trapianto" UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianto, AO Cosenza)
Parole chiave: autofagia, cellule tubulari, p75, rapamicina
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