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Aki

AKI e Colestasi intraepatica alla presentazione di Amiloidosi sistemica : una pericolosa associazione !

Razionale

Il danno renale acuto (AKI) alla diagnosi di Amiloidosi è infrequente e  deriva da deposizione glomerulare delle fibrille amiloidogeniche, danno tubulo-interstiziale e, raramente, proliferazione extracapillare .  L’amiloidosi epatica   è una condizione rara (circa 5% dei casi ) . Noi descriviamo tre casi  caratterizzati  da AKI e colestasi intraepatica . 

Casistica e Metodi

Nel 2010-2013 sette soggetti   hanno avuto diagnosi di A ( 4 AAL, 2 AA, 1 non tipizzata) di cui tre con AKI  . La diagnosi  è stata confermata da immunofissazione sierica ed urinaria   , dosaggio delle catene leggere libere sieriche in una paziente , istologia con colorazione rosso Congo su rene, fegato e midollo,  immunoistochimica e ultrastruttura (Centro  Amilodosi di Pavia)  in una paziente,   il quadro istologico è autoptico in un paziente.

Risultati

I tre pazienti con  AKI mostravano epatosplenomegalia, incremento di fosfatasi alcalina senza altre cause tossiche e/o ostruttive  di colestasi intraepatica.  In due pazienti la diagnosi è stata di AAL   mediante la biopsia su rene (2) e su fegato (1) e tipizzazione immunoistochimica mentre nel terzo paziente la diagnosi è stata autoptica . Nel caso 1 e 3 era presente diabete mellito, nel caso 2 ittero ingravescente colestatico.  Tutti ricevevano  emodiafiltrazione, due  terapia immunosoppressiva . La sopravvivenza dalla diagnosi e le altre caratteristiche sono riportate in Tab.1

Conclusioni

La presenza di colestasi intraepatica ed AKI deve indurre il sospetto di Amiloidosi sistemica con una prognosi peggiore nei soggetti affetti. Non è noto quale reale significato assuma  la contemporanea presenza di danno epatico e renale cioè se si tratti di uno stadio avanzato della malattia sistemica , se esprima una  malattia più aggressiva o se  si tratti di fibrille amiloidogeniche più tossiche e con spiccato tropismo verso fegato e rene. Per raggiungere un risultato terapeutico la diagnosi deve essere precoce e quindi  deve essere posta maggiore atttenzione a  questi quadri.

Brugnano R*, Covarelli C**, Standoli ML*, Del Sordo R**, Guerriero A**, Vecchi L*, Nunzi EG*, Sidoni A**
(*S.C.Nefrologia e Dialisi ed **Istituto Anatomia ed Istologia Patologica, Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia )
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