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Malattie rare

PREVALENZA INASPETTATAMENTE ELEVATA DI MALATTIE GENETICHE RARE NEI TRAPIANTATI DI RENE CON NEFROPATIA DI BASE SCONOSCIUTA

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INTRODUZIONE

I pazienti con una nefropatia genetica rara spesso raggiungono l’uremia e il trapianto renale senza una corretta diagnosi e sono quindi esposti al rischio di sviluppare complicazioni inattese e talvolta severe, anche responsabili di perdita del graft.

METODI

Abbiamo analizzato retrospettivamente tutti i pazienti sottoposti a trapianto renale c/o il nostro Centro Trapianti con diagnosi incerta o ignota della loro nefropatia di base, focalizzandoci su quelli che hanno ricevuto una diagnosi di nefropatia genetica rara dopo il trapianto.

RISULTATI

278/ 911pazienti (30.5%) non avevano una diagnosi certa della nefropatia di base: tra questi pazienti la prevalenza di nefropatie rare è stata del 4.32% (12/278), tra i quali erano presenti 2 casi di nefropatia da 2,8 diidrossiiadeninuria(2,8 DHA), 2 nefropatie associate a mutazione genica del gene HNF-1B (ciliopatia uremizzante ad andamento AD), 5 nefropatie associate a mutazione genica del gene UMOD (ciliopatia uremizzante ad andamento AD, 1 Malattia di Anderson-Fabry, 1 glomerlosclerosi focale e segmentaria (FSGS) ereditaria (INF2) e 1 sindrome di Senior-Loken. In tutti i casi, segni e sintomi della malattia erano già presenti in forma più o meno conclamata anni prima del trapianto. I due casi di nefropatia da 2,8 DHA sono entrambi recidivati, causando un’insufficienza renale acuta con rischio di perdita del trapianto.

CONCLUSIONI

I pazienti trapiantati senza una diagnosi di nefropatia di base sembrano pertanto essere una popolazione assai selezionata, in cui la presenza di malattie “rare” potrebbe “de facto” essere molto più comune dell’ atteso. Visto che anche una diagnosi dopo il trapianto può avere importanti ricadute sulla sopravvivenza di rene e del paziente oltre che sugli altri membri della famiglia, la possibilità di una nefropatia genetica rara dovrebbe essere tenuta in considerazione quando si tratta un paziente trapiantato senza una diagnosi certa di nefropatia di base.

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pubblicata il  27 settembre 2014 
da Marco Quaglia¹, Claudio Musetti¹, Cristina Izzo¹, Gian Marco Ghiggeri², Giovanni Battista Fogazzi³, Fabio Settanni⁴, Renzo Luciano Boldorini⁵, Elisa Lazzarich¹, Andrea Airoldi¹, Mara Giordano⁶e Piero Stratta¹
(¹Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Dipartimento di Medicina Traslazionale, Nefrologia e Trapianto di Rene, Novara; ²Ospedale “G. Gaslini”, Divisione di Nefrologia e Laboratorio di patofisiologia dell’uremia, Genova; ³Fondazione IRCCS “Ospedale Maggiore-Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena”, Unità di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di Rene, Milano; ⁴Univeristà di Torino, Unità di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Torino; ⁵Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Dipartimento di Scienze Mediche, Novara; ⁶Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Laboratorio di Genetica Umana, Novara )
Parole chiave: acido urico, calcolosi uratica, complicanze del trapianto di rene, genetica, geni, glomerulosclerosi focale e segmentaria, insufficienza renale cronica, malattie rare, malformazione renale
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