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Miscellanea

DIETA VEGANA E GRAVIDANZA: UN RISCHIO O UN VANTAGGIO?

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Razionale

Sempre più spesso donne affette da IRC decidono di intraprendere una gravidanza; date le limitazioni terapeutiche (tossicità fetale di molti farmaci), la dieta ipoproteica servirebbe per preservare la funzione renale, ridurre l'iperfiltrazione e contenere la proteinuria. Tuttavia, mentre il suo impiego nel follow-up dell'IRC è stato variamente indagato, poche sono le esperienze in gravidanza.

Scopo di questo lavoro è stato quello di fare una revisione sistematica della letteratura sulla relazione tra alimentazione, in particolare dieta vegetariana/vegana, ed outcome materno-fetali in donne “sane”.

Casistica e Metodi

Ad agosto 2013 sono state effettuate ricerche bibliografiche su Medline, Embase e Cochrane utilizzando MESH e termini liberi relativi a “gravidanza e dieta”; tutti gli step sono stati fatti in doppio e confrontati.

Risultati

Dei 2329 articoli trovati, ne sono stati selezionati 13 inerenti gli outcome clinici materno-fetali  e 10 sui deficit di microelementi (1977-2013); sono soprattutto studi prospettici o cross-sectional coinvolgenti un numero di donne variabile (19-2187); uno degli studi inoltre riguarda un’intera comunità, 7285 soggetti tra uomini e donne.

I risultati sono eterogenei e non permettono un approccio meta-analitico: (i) il peso alla nascita è minore nei figli di vegetariane (p>0,05); (ii) esiste una correlazione non statisticamente significativa con un più breve periodo gestazionale (iii) la dieta vegetariana non si associa ad un rischio significativamente aumentato di complicanze materne, anzi è protettiva verso un eccessivo aumento ponderale in gravidanza; (iv) le donne vegetariane hanno un rischio aumentato di deficit di alcuni microelementi che non correla però con una maggior frequenza di anemia rispetto alle donne a dieta libera; (v) la supplementazione degli elementi carenti migliora gli outcome fetali.

Conclusioni

La dieta vegana-vegetariana non ha effetti negativi sugli outcome materno-fetali, anzi è spesso protettiva verso le complicanze materne; i microelementi carenti possono essere supplementati. Sono necessari ulteriori studi su popolazioni di soggetti patologici, come le donne con IRC.

Roberta Clari1, Federica Vigotti1, Irene Capizzi1, Marta Nazha1, Martina Ferraresi1, Gabriella Guzzo1, Elena Mongilardi1, Nicoletta Colombi2, Natascia Castelluccia2, Giuseppe Mauro2 e Giorgina B Piccoli1.
(1SS Nefrologia, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Ospedale San Luigi Gonzaga, Orbassano, Torino 2Biblioteca Biomedica, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Ospedale San Luigi Gonzaga, Orbassano, Torino )
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