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Miscellanea

LA QUALITÀ DELLA VITA CORRELATA ALLA SALUTE (QDV-S) NEL PAZIENTE UREMICO: NOSTRE ESPERIENZE.

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Razionale

Nella gestione della malattia renale cronica viene sempre più rivolta l’attenzione ad un approccio “patient centred”. Secondo un pronunciamento dell’OMS il dualismo antitetico salute/malattia assume aspetti multidimensionali ed ingloba diversi aspetti di funzionalità e benessere, non solamente sotto l’aspetto fisico, ma anche sul piano psicologico, affettivo e sociale. In tale contesto, nel 1985 Evans et Al. pubblicarono sul NJGM un interessante lavoro sulla qualità della vita nel paziente emodializzato e da allora in poi sono state effettuate numerose sulla QdV-S, con risultati spesso contradditori.

Casistica e Metodi

Abbiamo condotto uno studio cross-sectional su 108 soggetti uremici cronici emodializzati, proponendo l’effettuazione dei seguenti  questionari self-report relativi alla valutazione della Qualità di Vita correlata alla Salute (QdV-S): TAS 20 (Toronto Alexthymia Scale) per la misurazione dell’alessitimia, SHAPS (Snaith-Hamilton Pleasure Scale) per la misurazione dell’anedonia, SASS (Social Adaption Self-evalutation Scale) per la misurazione dell’adattamento sociale, STAI (State Trait Ansiety inventory) per la misurazione dell’ansia, HLC (Locus of Control Scale) per la misurazione del locus of control, SF-36 e NHP (Nottingham Healt Profile) per la misurazione dello stato di salute/qualità della vita, COPE (Coping Orientation to Problems Experienced), PSS (Perceived Stress Scale) per la misurazione dello stress percepito.

Risultati

Il 90 % dei pazienti ha accettato di sottoporsi ai questionari. I punteggi ottenuti mediamente in base ai questionari non sembrano discostarsi da quelli riportati per la popolazione generale, ad eccezione del riscontro di una maggiore prevalenza di anedonia e alessitimia in dialisi.

Conclusioni

In base alle nostre rilevazioni, l’assunto che allo sviluppo di una malattia renale cronica deve corrispondere una scadente QdV-S va probabilmente riconsiderato. La consapevolezza della dimensione psicologica del singolo paziente uremico cronico può permettere al curante di “tagliare su misura” le proposte di terapia per ricerca della migliore aderenza possibile.

Rita Cicciarello1, Annamaria Bruzzese2, Antonella Bruzzese1, Alessandra Persichini1, Gennaro Rondanini1, Domenico Santoro2, Michele Buemi2
(1Dipartimento di Area Medica e Nefrologia – ASP Reggio Calabria 2U.O.C. di Nefrologia e Dialisi – Policlinico Universitario “G. Martino” – Messina )
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