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Miscellanea

L’approccio multidisciplinare al paziente con insufficienza renale cronica avanzata in dieta vegetariana supplementata con aminoacidi essenziali e chetoanaloghi

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Razionale

La dieta strettamente ipoproteica (VLPD) supplementata con aminoacidi essenziali/chetoanaloghi (AAE/KA) controlla le alterazioni metaboliche dell’insufficienza renale cronica (IRC) avanzata senza incidere negativamente sulle comorbidità e sulla mortalità del pazienti (pz) e mantenendo un normale assetto nutrizionale.

Nei pz anziani con severe comorbidità, specialmente se affetti da cardiopatia ischemica, può ritardare l’ingresso in dialisi senza incidere negativamente sull’outcome e in casi selezionati potrebbe costituire il trattamento conservativo alternativo alla dialisi (Brunori Am J Kidney Dis 2007 [1]) .

L’approccio multidisciplinare ottimizza la compliance e il follow up dei pz integrando l’informazione teorico-pratica con gli aspetti psicologici e assistenziali del paziente (Curtis Nephrol Dial Transplant 2005) . [2] (full text).

 

 

Casistica e metodi

Abbiamo valutato l’outcome di 18 pz affetti da IRC stadio V in VLPD + AAE/KA seguiti da ottobre 2012 a marzo 2014.

L'età mediana è di 80 anni, 11 maschi e 7 femmine, con FG MDRD 11.4 ml/min ± 2.4. Patologia di base: 5 pz nefroangiosclerosi, 5 pz nefropatia diabetica, 3 pz glomerulonefrite cronica, 3 pz nefropatia interstiziale, 2 pz policistosi.

I criteri di accesso all'ambulatorio presso il nostro Centro sono:

  • età > 70 anni;
  • IRC stadio V con FG MDRD oppure CKD-EPI < 15 ml/min/1.73 m2;
  • assetto nutrizionale normale;
  • buona aderenza alla dieta ipoproteica precedentemente impostata;
  • paziente autonomo e/o presenza di care giver.

Le visite congiunte dietistica-nefrologica e con la presenza di un'infermiera, sono state programmate ogni 4-5 settimane per la valutazione collegiale dei dati clinici, ematochimici e nutrizionali. È stato inoltre proposto l'incontro con lo psicologo per l'avvio parallelo dei colloqui in sede separata e l'incontro con l'assistente sociale. L'approccio  alla valutazione della soddisfazione, della aderenza alla dieta, di eventuali problematiche psicologiche e attitudinali e dell'andamento degli esami è stato integrato e multidisciplinare.

Abbiamo valutato la compliance e l'assetto nutrizionale dei pz con l'analisi dell'andamento ponderale nel tempo, dell'hand grip, del diario alimentare anche con l'aiuto dell'atlante fotografico di Scotti-Bassani, con il calcolo dell'intake proteico e sodico giornalieri e con la valutazione dei parametri nutrizionali.

 

 

Risultati

La durata mediana del follow up è stata di 148 giorni; abbiamo avuto 7 drop out (3 pz per scarsa compliance, 2 pz hanno iniziato la dialisi, 2 pz deceduti per cause extrarenali).

Abbiamo rilevato fin dal primo controllo una riduzione significativa dell’urea (147±51 vs 80±37 mg/dl, p<0,001 - Figura 1), della creatininemia (4,6±0.9 vs 3,81.1± mg/dl, p<0,005 - Figura 2) della fosforemia (4,9±0.9 vs 3,3±1.3 mg/dl, p<0,005 - Figura 3) e del PTH (165±171 vs 83±92 pg/ml, p<0.005 - Figura 4) che si è mantenuta ai controlli successivi.

I parametri nutrizionali (quadro lipidico, proteine totali, albumina - Figura 5) non hanno avuto variazioni significative e non ci sono state complicanze cliniche, né ricoveri.

La valutazione dell'intake dietetico usando strumenti sia clinici che bioumorali (intervista/diario alimentare, atlante fotografico di Scotti-Bassani, formula di Mitch, sodiuria delle 24 ore, BMI) ha mostrato una compliance buona e costante nel corso del follow up.

Parallelamente abbiamo rilevato una riduzione della terapia antipertensiva, del dosaggio dei farmaci chelanti, alcalinizzanti e delle vitamine D, mentre non c'è stata una riduzione significativa del fabbisogno insulinico.

Conclusioni

Secondo la nostra esperienza il follow up integrato multidisciplinare nella gestione del pz con IRC in VLPD-AAE/KA influenza positivamente la compliance del pz e i potenziali vantaggi legati al trattamento conservativo dietetico e farmacologico.

Il team multidisciplinare è composto dal medico, da almeno un infermiere, dal dietista, dal dietologo, dall’assistente sociale e dallo psicologo.

Ciascuna figura, con le proprie competenze, collabora e si confronta con le altre per seguire e interagire in modo globale con il paziente fornendogli gli strumenti per affrontare al meglio le problematiche decisionali che si presentano nel percorso di malattia (Wu et al. Nephrol Dial Transplant 2009). [1] (full text).

L’educazione terapeutica è anche supportata da un opuscolo informativo e ampliata con incontri informativi allo scopo di ottimizzare la compliance mediante un'informazione adeguata e tempestiva.

Per ottenere la concordance nutrizionale del paziente va evitata una terapia dietetica troppo rigida e schematica, occorre invece adattarla alle abitudini alimentari attraverso il counselling dietistico, se possibile utilizzando un ricettario allegato allo schema di distribuzione degli alimenti che sia semplice, con ricette che seguono la stagionalità dei cibi e con consigli sulle tecniche di preparazione delle pietanze.

Parallelamente la dieta va strutturata anche sulle caratteristiche psico-attitudinali del paziente che deve essere in grado di capire le motivazioni, gli obiettivi e anche le difficoltà del trattamento. Se il candidato non è autonomo è necessario il coinvolgimento attivo e completo di un care giver.

release  1
pubblicata il  28 settembre 2014 
da A. Vallero¹, C. Borgio², A. Menardi², G. Forneris¹, M. Pozzato¹, GM. Iadarola¹, A. Pezzana², D. Roccatello¹
(SCDU Nefrologia e Dialisi ¹SoSD Dietetica e Nutrizione Clinica; ²Ospedale San Giovanni Bosco, Torino)
Parole chiave: chetoanaloghi, insufficienza renale cronica, trattamento conservativo
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