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Miscellanea

LA BIOPSIA RENALE NELLA DIAGNOSI E STADIAZIONE DELLA PATOLOGIA LINFOMATOSA RENALE: CASO CLINICO

poster

Razionale

L'incidenza del Linfoma non Hodgkin risulta, specie tra la popolazione anziana, in continuo aumento (circa  150% negli ultimi 60 anni), anche se la mortalità è in calo grazie alla disponibilità di nuovi farmaci antineoplastici ("Cohen LJ - 2001") [1]. Il coinvogimento renale in corso di patologia linfomatosa riconosce numerose cause; l'organo, a seconda delle casistiche, viene interessato nel 2,7 – 6% dei casi ("Omer HA - 2007") [2].

Casistica e Metodi

Presentiamo il caso di un uomo di 73 anni, giunto alla nostra osservazione per il riscontro di lieve alterazione degli indici di funzionalità renale e paraproteinemia monoclonale IgM-kappa con concomitante aumento del PSA. L’ecografia (figura 1) evidenziava alcune lesioni renali ipoecogene bilaterali dello spazio perirenale. La TAC (figura 2) metteva in evidenza lesioni tenuemente iperdense a vuoto e ipodense dopo mezzo di contrasto rispetto al parenchima renale circostante. La PET (figura 6) mostrava aree di patologico accumulo in corrispondenza del noto tessuto perirenale destro con Standarardized Uptake Value (SUV) max = 3.5 e, con minor gradiente metabolico, a livello dell'analogo in sede perirenale controlaterale, con SUV max = 2.4. Alla luce dei suddetti dati, veniva eseguita biopsia renale (figura 3).

Risultati e Conclusioni

L'istologia risultava diagnostica per linfoma marginale, extranodale, di derivazione dei linfociti B periferici (figura 4), dato confermato dalla biopsia osteomidollare (figura 5). Per il basso grado di malignità non veniva ritenuto opportuno trattamento chemioterapico e consigliato follow-up periodico ecografico e laboratoristico con stabilità clinica e strumentale a distanza di 24 mesi.

La biopsia renale ricopre un ruolo fondamentale, non solo nella diagnosi delle patologie glomerulari, ma anche nella stadiazione e prognosi delle patologie linfomatose in caso di sospetto clinico e strumentale di coinvolgimento renale. L'ecografia, esame a basso costo, non invasivo, ed eseguito da personale esperto, costituisce un valido strumento diagnostico nel preliminare inquadramento delle patologie linfoproliferative. 

release  1
pubblicata il  28 settembre 2014 
da De Fabritiis M.¹, Lifrieri M.F.¹, Zambianchi L.¹, Cristino S.¹, Americo C.¹, Petrella E.², Calzolari F.², Asioli S.³, Serra L.³, Bertocco M.², Mosconi G.¹
(¹U.O. Nefrologia e Dialisi, Ospedale “Morgagni-Pierantoni”, AUSL Forlì; ²U.O. Radiologia e Medicina Nucleare, Ospedale “Morgagni-Pierantoni”, AUSL Forlì; ³U.O. Anatomia Patologica, Ospedale “Morgagni-Pierantoni”, AUSL Forlì)
Parole chiave: neoplasia, proteinuria, volume renale
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