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Miscellanea

ELEVATO LIVELLO DI CONTROLLO PRESSORIO IN PAZIENTI IPERTESI ANZIANI CON MULTIPLE COMORBILITA', INCLUSI DIABETE MELLITO E MALATTIA RENALE CRONICA

poster

Introduzione.

Il diabete mellito di tipo 2 (DMT2) e la malattia renale cronica (MRC) sono le comorbilità più comuni nei pazienti ipertesi anziani, e la loro presenza rende più difficile il controllo della pressione arteriosa (PA) (Mancia G, et al - 2013 [1]). Riportiamo qui i risultati di un studio osservazionale retrospettivo di 4 anni condotto su una popolazione di ipertesi anziani con multiple comorbilità, afferenti al nostro ambulatorio di nefrologia dedicato all’ipertensione. In esso abbiamo indagato la prevalenza ottenuta nel controllo della PA e la sua associazione con le caratteristiche cliniche, con le comorbilità e con il trattamento farmacologico di base dei pazienti studiati.

Pazienti e metodi.

I seguenti parametri sono stati registrati in una coorte di 348 pazienti, valutati nel periodo ottobre 2009 - settembre 2013: età, sesso, indice di massa corporea (IMC), circonferenza addominale, PA, filtrato glomerulare (eGFR), profilo lipidico, comorbilità, numero di visite, numero di farmaci antiipertensivi. Tutti i pazienti che raggiungevano livelli di PA <140/90 mmHg ed i pazienti che avevano il DMT2 e la MRC come comorbilità e che raggiungevano livelli di PA <130/80 mmHg son stato considerati ‘a target’. Tuttavia, nei pazienti con DMT2, in accordo con le raccomandazioni delle ultime linee guida (Mancia G, et al - 2013 [1]; James PA, et al - 2014 [2]; Weber MA, et al - 2014 [3]), è stato valutato un secondo livello di target di PA (<140/85 mmHg). Le caratteristiche clinico-patologiche dei pazienti sono state raccolte alla prima visita e durante il 4 anni di follow-up (FU). Le analisi statistiche sono state condotte separatamente nell’intero campione e nei pazienti con e senza DMT2 e/o MRC. Le variazioni nella prevalenza del controllo della PA (PCPA) nel tempo sono state valutate usando modelli lineari generalizzati (MLG) per dati longitudinali, mentre le associazioni tra PCPA e caratteristiche clinico-patologiche basali sono state valutate con la costruzione di un modello logistico multivariabile (Diggle PJ, et al - 1994).

Risultati.

Trecentoquarantanove pazienti (208 femmine/140 maschi, età media: 73.3 anni) sono stati inclusi nello studio. La PCPA stimata alla prima visita e dopo 1, 2, 3, 4 anni di FU, nell’intero campione, nei pazienti senza DMT2 e MRC ed in quelli con DMT2 e/o MRC è riportata nella figura 1. Usando, tuttavia, come cut-off,  livelli di PA di 140/85 mmHg, il trend di prevalenza del controllo nei pazienti con DMT2 o con MRC non differisce significativamente da quello stimato per i pazienti senza DMT2 o MRC. Dopo 4 anni di FU la PCPA stimata è aumentata dal 51.7% (basale) al 71.2%  ed è stata più alta nei pazienti senza DMT2 e senza MRC (dal 68.1% al 76.2%,) che nei pazienti con DMT2 o MRC (dal 31.2% al 52.9%) (figura 2). Il DMT2, la MRC, e la cardiopatia ischemica sono le sole covariate che sono risultate associate significativamente con la PCPA differenziale basale (figura 3).

Conclusioni.

Circa il 70% dei pazienti studiati ha raggiunto il controllo pressorio alla fine del secondo anno di FU. Il trend è rimasto sostanzialmente stabile nei successivi due anni. Il dato è particolarmente rilevante in quanto ottenuto in pazienti anziani con multiple comorbilità.

release  1
pubblicata il  28 settembre 2014 
da Antonio Del Giudice*, Andrea Fontana°, Rachele Grifa*, Filomena Miscio*, Michele Prencipe*, Michele Vergura*, Filippo Aucella*
(*Dipartimento di Scienze Mediche, Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi, e °Unità di Biostatistica, Ospedale 'Casa Sollievo della Sofferenza', IRCCS, Opera di San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo (Foggia))
Parole chiave: ipertensione
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