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Accessi vascolari

Stenosi Vena Cava Superiore con CVCp e FAV protesica: Case report

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Razionale

Sono sempre più frequenti le segnalazioni di stenosi venose centrali da uso di CVC o dispositivi biomeccanici. La loro fisiopatologia non ancora ben nota, presuppone la formazione d’iperplasia intimale da trauma prolungato e un’alta gittata cardiaca nel caso di dialisi. È stato dimostrato che esiste anche una significatività tra le stenosi centrali e la presenza di FAV omolaterale.

Casistica e Metodi

Un paziente di 38 anni, nel 2009, iniziava emodialisi con FAV nativa prossimale sinistra. Dopo 5 mesi una steal syndrome ne imponeva la chiusura, con impianto di CVCp in VGI destra. Nel 2014, previo controllo TC, si confezionava una FAV protesica brachio-basilica destra. Dopo 4 mesi si evidenziava una stenosi venosa, che esitava in trombosi del graft, trattata con trombectomia; si decideva, pertanto di non rimuovere il CVCp. Dopo altri 7 mesi, una recidiva di stenosi venosa, veniva trattata precocemente con PTA con DEB (Drug Eluting Ballon). Dopo 10 mesi, era presente una terza recidiva di stenosi venosa; l’angiografia confermava la stenosi, ma evidenziava, altresì, una stenosi della Vena Cava Superiore (VCS) di III tipo con inversione del flusso nella VG dx.

Risultati

Il CVC veniva rimosso e previa PTA, si posizionava uno Stent-graft Fluency (10x40 mm) in corrispondenza del TBC e VCS, con regolare scarico venoso in VCS dopo controllo; veniva eseguita anche una PTA con DEB della vena di scarico post anastomosi, con risoluzione della stenosi a protesi funzionante. Il paziente iniziava terapia con TAO. Al controllo TC a 30 giorni, lo stent appare ben posizionato con VCS pervia. 

Conclusioni

Il trattamento endovascolare deve essere considerato la prima scelta terapeutica delle stenosi del distretto venoso centrale. È lecito pensare che codesta stenosi, generata dal CVCp, possa essere stata causata anche dalla fav protesica ipsilaterale, con stress emodinamico sull’endotelio venoso di deflusso. L’angiografia ha permesso la diagnosi, in completa assenza di sintomi clinici.

Jovane C.(1), Ierardi AM.(3), Tozzi M.(2), Xhepa G.(3), De Chiara M.(3), Franchin M.(2), Pogliani D.(1), Rimoldi L.(1), Sogni E.(1), Figliola C.(1), Farfaglia P.(1), Caretta E.1
((1)U.O.C. Nefrologia e Dialisi, A.O. “S. Antonio Abate”, Gallarate, Va; (2)U.O.C. Chirurgia Vascolare, A.O. H. di Circolo e Fondazione Macchi, Varese; (3)U.O.C. di Radiologia, S.S.D. Radiologia ad indirizzo interventistico, A.O. H. di Circolo e Fondazione Macchi, Varese; )
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