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Accessi vascolari

SEPSI DA BREVIBACTERIUM CASEI IN UN PAZIENTE EMODIALIZZATO

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Razionale

Brevibacterium casei è un bacillo aerobio Gram-positvo, catalasi-positivo, non sporigeno, non mobile, appartenente alla flora microbica cutanea umana e presente nei latticini. In letteratura sono descritti meno di 10 casi di sepsi catetere-relata in soggetti immunocompromessi. Descriviamo di seguito il caso di un paziente in emodialisi trisettimanale che ha presentato una sepsi CVC-relata da Brevibacterium casei.

Casistica e Metodi

Nell’aprile c.a. un paziente di 49 anni con malattia renale cronica stadio V, verosimilmente secondaria a nefroangiosclerosi, in trattamento emodialitico con CVC giugulare destro tunnellizzato, ha presentato brividi scuotenti e TC 37.4 °C al termine di una seduta emodialitica. Sono stati quindi eseguiti emocromo, che mostrava leucociti 5270/μL con N 84.6%, L 4.7%, M 8.7%, E 1.6%, B 0.0%, ed emocolture da CVC. Sono state impostate terapia antibiotica empirica con ciprofloxacina 500 mg/die per os e lock-therapy con vancomicina. Dopo sei giorni ci è stato comunicato dal laboratorio di Microbiologia l’isolamento di Brevibacterium casei, sensibile all’antibioticoterapia già impostata.

Risultati

Per circa una settimana il paziente ha lamentato febbre, tosse produttiva, malessere generale e grave stato di prostrazione tanto da non recarsi in dialisi per una seduta emodialitica. Il paziente ha eseguito terapia antibiotica con ciprofloxacina per 10 giorni  e lock-therapy con vancomicina in occasione di una sola seduta emodialitica. La remissione clinica completa è avvenuta pressoché al termine del ciclo antibiotico, pertanto abbiamo deciso di non rimuovere l’accesso venoso centrale. Il paziente attualmente riferisce benessere soggettivo e non ha mostrato recidive negli ultimi 45 giorni.

Conclusioni

La verosimile immunocompromissione dell’emodializzato in associazione all’utilizzo di CVC quale accesso per la dialisi possono predisporre a sepsi da batteri abitualmente non patogeni, come Brevibacterium casei, di cui sono stati descritti casi di virulenza e patogenicità solo in pazienti gravemente immunodefedati, come soggetti HIV positivi o sottoposti a chemioterapia.

Martinelli C.(1), Borettaz I.(1), Canevari M.(1), Romeo S.(1), Mariani B.(2), Libetta C.(1)
((1)UO Nefrologia, Dialisi e Trapianto; (2)SC Microbiologia e Virologia Fondazione - IRCCS Policlinico “San Matteo” e Università di Pavia, Italia. )
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