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Accessi vascolari

IMPOSSIBILITA’ ALLA RIMOZIONE DI CATETERI VENOSI CENTRALI (CVC) PERMANENTI PER EMODIALISI CAUSA ADERENZA FIBROTICA ALLA PARETE VENOSA

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Razionale

I CVC permanenti mantenuti per anni in sede stanno diventando sempre più frequenti tra i pazienti dei centri dialisi. Tra le complicanze  ad essi correlate, è segnalata la formazione di aderenze fibrotiche con la parete vasale, che rendono difficoltosa o talora impossibile la loro rimozione/sostituzione.

Casistica e Metodi

Presentiamo i casi di 3 pazienti in emodialisi presso il nostro Centro per i quali  è stata riscontrata estrema resistenza/impossibilità alla rimozione del dispositivo per adesione alla curva cavale.

 Uomo di 89 anni portatore di CVC permanente in vena giugulare destra dal 2007 che ha richiesto la sostituzione per usura.

Donna di 80 anni in emodialisi dal 1992, portatrice di trapianto renale dal 1998 non più funzionante, con pregresso adenocarcinoma del retto e mammario, portatrice di CVC permanente in vena giugulare destra con sepsi ripetute da Escherichia Coli.

Uomo di 43 anni affetto da diabete tipo 1, cardiopatia dilatativa ipocinetica post ischemica, multipli pregressi  tentativi di allestimento di fistola artero venosa falliti per trombosi , già portatore di stent in vena anonima sinistra per stenosi severa, in dialisi dal 2004, con necessità di rimozione di CVC permanente, in sede dal 2008 ,per rischio sepsi a lungo termine.

Risultati

Solo nel primo caso è stato possibile rimuovere il CVC esercitando una trazione con modesta torsione senza complicanze. Nel secondo caso causa impossibilità alla rimozione del catetere per via cavale inferiore e viste le controindicazioni alla sternotomia posta dal cardiochirurgo per le condizioni generali compromesse, si è optato per chiusura e fissazione del moncone del catetere alla fascia sottostante con clips.  Nel terzo caso è stata necessaria la sternotomia con rimozione cardiochirurgica del CVC.

Conclusioni

L’invecchiamento della popolazione dialitica,con sempre maggiori comorbilità associate, il maggior uso di CVC come accesso dialitico in mancanza di patrimonio venoso, renderanno purtroppo sempre più frequenti le complicanze sopra descritte, di difficile soluzione clinica.

Melfa L., De Amicis S., Bacchi M., Colombi D., Scarpioni R.
(UOC Nefrologia e Dailisi Piacenza, UOC Radiologia di Piacenza)
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