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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

UN CASO DI CALCIFILASSI DOPO PARATIROIDECTOMIA

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Razionale

La calcifilassi è una malattia rara e grave che si manifesta prevalentemente nel paziente uremico. E’ caratterizzata da calcificazioni che coinvolgono la tonaca media delle arteriole di medio e piccolo calibro del tessuto sottocutaneo e del derma.

 

Casistica e Metodi

Caso Clinico

Paziente sovrappeso (Kg 115) in trattamento emodialitico dal dicembre 2004 per uremia da pielonefrite cronica. Allestiti numerosi accessi vascolari. Nel 2010 è posizionato un CVC permanente. Nel  2012 inizia terapia anticoagulante orale per  problemi di malfunzionamento del CVC. Dal 2005 grave iperparatiroidismo associato ad iperfosforemia (valori medi > 7 mg/dl, Ca X P > 60) con normocalcemia.

 Nel 2012 sottoposto a paratiroidectomia. La calcemia rimane stabile e si ha  miglioramento della fosforemia attraverso una maggiore aderenza alla terapia. Nel 2013  comparsa di lesioni sottocutanee nodulari compatibili con calcifilassi alla biopsia. Nel gennaio 2014 viene sospeso  warfarin ed inizia terapia con Sodio Tiosolfato

(NaTs) 25 gr tre volte la settimana a fine dialisi ed ossigenoterapia (O2) 10 lt/min al 100%.

 

Risultati

A 8  mesi si osserva un  progressivo miglioramento delle lesioni e completa risoluzione  dopo 11 mesi. Non si sono rilevati effetti collaterali correlabili alla terapia.

Conclusioni

Discussione

Il paziente presenta molti fattori di rischio per lo sviluppo della calcifilassi (iperparatiroidismo, iperfosforemia, prodotto calcio-fosforo elevato, obesità, terapia con warfarin).

La particolarità del caso è rappresentata dallo sviluppo della malattia dopo la paratiroidectomia e   la normalizzazione del    prodotto calcio fosforo che, viceversa,  in letteratura vengono associati ad un   effetto positivo sulla calcifilassi. L’O2 e d il NaTs, alla dose da noi impiegata,  sono utilizzati ma la durata del trattamento  deve essere ancora definita.

Nel nostro caso abbiamo utilizzato Il NaTs per oltre un anno fino all’ottenimento della guarigione ed attualmente rimane in  mantenimento da oltre 5 mesi.

Stasi A., Cornacchiari M., Guastoni C.
(Azienda Ospedaliera Legnano, Presidio di Magenta)
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