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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

VASCULITI RENALI ANCA-ASSOCIATE: FOLLOW-UP A LUNGO TERMINE ED INDICATORI PROGNOSTICI.

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Razionale

Il coinvolgimento renale in corso di vasculiti ANCA associate conduce a ESRD nel 50% dei casi. Abbiamo valutato quali fattori clinici e laboratoristici determinassero la prognosi renale in un gruppo di pazienti con vasculite ANCA associata.

Casistica e Metodi

Abbiamo esaminato 19 pazienti con diagnosi bioptica di vasculite renale ANCA-associata (mediana tempo di follow up 30 mesi, range 12-180 mesi, caratteristiche in tabella 1). Dei 17 pazienti trattati con terapia di induzione (boli di metilprednisolone ev  e prednisone per os associati o meno a ciclofosfamide e/o plasmaferesi), 15 pazienti avevano proseguito terapia di mantenimento con ciclofosfamide o azatioprina per os. Per ciascun paziente sono stati raccolti e correlati con il filtrato al termine del follow-up (GFRT1), mediante test di Pearson e test T di student, i seguenti dati: GFR all’esordio (GFRt0), età, sesso, pattern autoanticorpale.

Risultati

Dei 15 pazienti in terapia di mantenimento 8 pazienti (53,3%) hanno avuto un miglioramento significativo del GFR medio durante follow-up (da 14±10 ml/min a 35±15 ml/min, p=0,005). Nei pazienti trattati con immunosoppressori il GFR T1 è aumentato rispetto al GFR T0 (21,8 ±14, 5 vs 9,8 ± 2,9 p=0,04), nei pazienti trattati con steroidi è rimasto stabile. Degli 8 pazienti in trattamento emodialitico alla diagnosi un solo paziente non ha più necessitato di dialisi. Nei pazienti c-ANCA positivi, rispetto ai p ANCA positivi ,la glomerulonefrite aveva esordito in età più giovane ed era istologicamente caratterizzata da una percentuale media di semilune cellulari maggiore (77% vs 34%) e di glomeruli sclerotici minore (19% vs 34%). L’unico fattore inversamente correlato al GFRt1 in tutti i pazienti era l’età all’esordio (p=0,02).

Conclusioni

Nelle vasculiti renali ANCA associate una precoce diagnostica mediante biopsia renale e una rapida istituzione della terapia d’induzione sono necessarie per garantire una buona prognosi. Il ruolo della terapia di mantenimento sulla progressione della malattia è ancora oggetto di studio.

 

Cordova E.(1), Galliani M.(2), Fofi C.(1), Festuccia F.(1), Vitaliano E.(2), Stoppacciaro A.(3), Paone A.(2), Menè P.(1)
((1)U.O. C. Nefrologia, Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, II Facoltà di Medicina e Psicologia, “Sapienza” Università di Roma; (2)U.O.C. Nefrologia, Dialisi e Litotrissia, ASL RMB, Ospedale S. Pertini, Roma; (3)U.O.C Istologia ed Anatomia patologica, II Facoltà di Medicina e Psicologia, “Sapienza” Università di Roma; )
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