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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

Biopsiare o non biopsiare, questo è il dilemma! Considerazioni su un caso di nefrite lupica.

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Razionale

L’indicazione a eseguire una biopsia renale nei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES) non è sempre chiara e inequivocabile. 

Casistica e Metodi

Una giovane donna di 21 anni è stata riferita alla nostra attenzione. 

Risultati

La diagnosi di LES è stata formulata nell’ambito di accertamenti per trombofilia (trombosi venosa profonda in seguito ad avvio di terapia estroprogestinica, recidivata alla sospensione della terapia anticoagulante).  Le indagini bioumorali dimostravano positività ANA 1:320, anti-dsDNA positivi ad alto titolo, dubbia positività per anticorpi anticardiolipina, ipocomplementemia C3 e C4. La paziente è stata trattata con idrossiclorochina e prednisone a bassa dose (25 mg/die a scalare) in seguito alla comparsa di artrite e afte orali.  La proteinuria è risultata 0.5 g/24 ore in due determinazioni, con un rapporto albuminuria/creatininuria  pari a 650 mg/g. Al sedimento urinario era presente una lieve ematuria con basso indice di dismorfismo; la funzione renale era normale. Dilemma amletico: eseguire la biopsia renale (sospendendo provvisoriamente la terapia anticoagulante) o proseguire i controlli seriati della proteinuria, della funzione renale e del sedimento urinario? 

Conclusioni

Abbiamo sottoposto la paziente a biopsia renale; il quadro istologico era caratterizzato da proliferazione endo- ed extracapillare con necrosi glomerulare, ascrivibile alla classe IV-G secondo la classificazione ISN/RPS 2003. Tali reperti hanno giustificato l’avvio di trattamento con micofenolato mofetile. Le linee guida internazionali concordano sull’indicazione alla biopsia nel LES in caso di sospetto interessamento renale, ma i criteri per cui sospettare una nefrite lupica non sono univoci. Un peggioramento altrimenti inspiegabile della funzione renale o una proteinuria significativa (>500 mg/g) sono considerate indicazioni sufficienti alla biopsia. Il nostro caso sostiene l’utilità di eseguire la biopsia renale anche in presenza di modeste alterazioni urinarie, e conferma l’inaffidabilità dei dati laboratoristici nel predire la severità del danno istologico renale. 

Mangione F.(1), Marchi G.(1), Fasoli G.(1), Grosjean F.(1), Cavagna L.(2), Manini A.(1), Scaramuzzi L.(1), Muciaccia S.(1), Sileno G.(1), Dal Canton A.(1)
((1) S.C. Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia; (2) S.C. Reumatologia;)
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