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Nefrologia clinica/Nefrologia pediatrica

Ruolo della 25(OH)D3 e dei livelli di sclerostina nelle fratture vertebrali dei pazienti in trattamento emodialitico

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Razionale

Il coinvolgimento osseo, è frequente in pazienti in trattamento dialitico [1]. Il sistema Wnt/BetaCatenina, implicato nella regolazione del rimodellamento osseo è modulato dalla produzione dei suoi inibitori, quali il DKK1 e la Sclerostina (SOST) [2]. Scopo dello studio è valutare la possibile associazione tra i livelli di sclerostina ed il coinvolgimento osseo in pazienti in trattamento emodialitico (HD).

Casistica e metodi

46 pazienti (13F ,33M) in trattamento emodialitico con età media di 67 aa. sono stati sottoposti a radiografia della colonna dorso lombare in LL per analisi semiquantitativa di Genant per le fratture vertebrali e per l’analisi delle calcificazioni vascolari mediante l’indice di Kauppila (score 0-24). Inoltre tutti i soggetti sono stati sottoposti al dosaggio sierico della vitamina D3 (25-OH-D3), calcemia (Ca), fosforemia (P), paratormone (PTH), osteocalcina (BGP), CTx e Sclerostina. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in relazione alla presenza o meno di almeno 1 frattura vertebrale

Risultati

I livelli di 25-OH-D3 siero erano significativamente più bassi nel gruppo HD rispetto al gruppo Ctrl. La prevalenza di insufficienza di vitamina D è stata del 69% nel gruppo DH e del 36 % nel gruppo di controllo con una differenza significativa (p<0.05). 19 pazienti presentavano almeno una frattura vertebrale con una prevalenza del 41%. Calcificazioni vascolari erano presenti nel 70% dei pazienti. Un'associazione statisticamente significativa è stata osservata tra l'insufficienza di 25-OH-D3 e le fratture vertebrali (p=0.002). I pazienti fratturati presentavano concentrazioni sieriche di sclerostina significativamente maggiori rispetto ai non fratturati (1.8 ng/ml vs 0,8 ng/ml; p<0.00001). Abbiamo evidenziato una correlazione tra l’indice di Kauppila e l’età (r=0,45; p<0,05).

Conclusioni

I nostri dati hanno evidenziato una associazione significativa tra l’insufficienza di vitamina D3, elevati livelli di sclerostina e le fratture vertebrali. Considerato che la vitamina D ed la sclerostina agiscono rispettivamente come promotore della formazione e come inibitore del riassorbimento dell’osso, noi ipotizziamo che un alterato rapporto tra vitamina D e sclerostina possa essere alla base del maggior rischio di fratture che abbiamo evidenziato nei nostri pazienti. Alla luce di questo dato la sclerostina potrebbe diventare un biomarker per la ricerca di fratture vertebrali nei pazienti in emodialisi.

release  1
pubblicata il  25 settembre 2015 
da Domenico Santoro, Eleonora Di Mauro, Valeria Canale, Annamaria Bruzzese, CarloAlberto Ricciardi, Biagio Bianchimano, Francesca De Gregorio, Luca Visconti, Francesca Montuori, Antonio Lacquaniti, Michele Buemi, Marco Atteritano
(Divisione di Nefrologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimantale, Università di Messina, Messina, Italia)
Parole chiave: emodialisi
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