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Miscellanea

IL SUCCESSO DELLA DIALISI DOMICILIARE (DD) DIPENDE DA UN’ACCURATA SELEZIONE DEI PAZIENTI

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Introduzione

La DD è associata ad indiscussi benefici clinici rispetto alla dialisi ospedaliera. Ad oggi però l’interesse per la DD non risulta pienamente incentrato sulla selezione dei pazienti. I criteri di scelta dei pazienti candidabili alla DD richiedono una particolare attenzione e devono essere condivisi da un team multidisciplinare, per evitare il reclutamento di pazienti fisicamente o psicologicamente inadatti o impossibilitati alla domiciliarizzazione. (Ruiz de Alegría-Fernández et al. 2013 [1] (full text) e Jadoulle V 2005 [2]).

Scopo

Elaborare questionari e test psicologici per selezionare pazienti candidabili alla DD e validarne l’efficacia.

Risultati

I questionari sugli aspetti clinici, socio-culturali e logistico-ambientali ed i test COPE NVI (Coping Orientation to problems Experienced), CBI (Caregiver Burden Inventory), BAI (Beck Anxiety Inventory), BDI-II (Beck Depression Inventory), SF12 sono stati somministrati a 20 pazienti con eGFR <12 ml/min. ed ai rispettivi care giver. La valutazione delle risposte ai questionari ed ai test somministrati consentiva il raggiungimento di uno score per ognuno dei tests che individuava 10 pazienti, con disponibilità di care giver, candidabili per un programma di DD. Dopo colloquio informativo sulle modalità di DD, 7 pazienti su 10 sceglievano la DD (2 l’emodialisi domiciliare e 5 la dialisi peritoneale). A distanza di 6 mesi tutti i pazienti sono ancora in DD. Dopo 3 mesi dall’inizio del trattamento sono stati risottoposti, insieme ai care giver ai test iniziali che hanno confermato il convincimento della scelta e la percezione di una adeguata qualità di vita. I pazienti che hanno scelto il trattamento domiciliare (a prescindere dalla tipologia HHD o DP) hanno presentato i più alti score per le strategie positive e i minori per il BDI e BAI. Solo per due pazienti che provenivano da esperienze diverse rispetto al resto dei pazienti studiati (uno dopo insucceso di un trapianto, l'altro dopo cinque anni di emodialisi ospedaliera) si evidenziavano indici più elevati di BDI e BAI.  Per quanto riguarda il test SF12 (PCS e MCS) risultava solo lievemente inferiore alla media della popolazione normale (rispettivamente 44,07 vs 48,6 e 46,7 vs 49,9). 

Discussione

Nell'ambito delle cinque dimensioni di studio dei comportamenti del COPE, l’Attitudine Positiva e l’Orientamento al Problema si confermano strategie che sembrano proteggere dal disagio psicologico e facilitare il benessere e le scelte del paziente, al contrario di quelle orientate alle strategie di Evitamento. Peraltro già in letteratura era stato dimostrato che le prime due componenti erano correlate negativamente con gli indici del BDI e BAI e tale correlazione è stata messa in evidenza anche nei pazienti da noi valutati. Un altro aspetto degno di nota è la mancanza di differenze importanti nell’utilizzo delle strategie di coping rispetto al livello di istruzione e genere.

Conclusioni

Nel caso di situazioni non modificabili ( malattie croniche, calamità ecc.) è sempre possibile e positivo costruire attivamente un comportamento o una diversa strategia di vita che aiuti la persona a tollerare meglio le difficoltà. La somministrazione di questionari e test specifici in predialisi è risultata utile per selezionare ed identificare non soltanto i pazienti ma anche i care giver idonei alla DD. I pazienti, in generale, devono avere forti motivazioni all’attitudine positiva e all'orientamento al problema e scarso utilizzo di meccanismi di difesa quali l'evitamento. Questi atteggiamenti di tipo positivo insieme ad una struttura di personalità stabile (bassi indici di BDI e BAI) contribuiscono ad un orientamento positivo verso la scelta della DD e verosimilmente anche per una migliore compliance al trattamento stesso. La validazione dei questionari e test proposti richiede la somministrazione ad un numero maggiore di pazienti ma i risultati finora ottenuti sono incoraggianti sia per la diffusione della DD che per l’outcome a distanza.

release  1
pubblicata il  22 settembre 2015 
da Loizzo G,Corciulo R, Cianciotta F, Trabace T,Crisetti M, Pastore F, De Vito M L, Vernò L, Saulle D, Russo R, Procaccini D, Gesualdo L
(Divisione di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Università degli Studi di Bari - Bari)
Parole chiave: aspetti psicologici, dialisi peritoneale, emodialisi domiciliare
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