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Insufficienza renale acuta

IL TRATTAMENTO PRECOCE CON POLIMIXINA-B MIGLIORA LA SOPRAVVIVENZA DEI PAZIENTI CON SEPSI DA GRAM- NEI REPARTI DI DEGENZA ORDINARIA

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Razionale

La sepsi rappresenta una delle principali cause di decesso nei pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore sia nelle unità di terapia intensiva (UTI), che nei Reparti di Degenza Ordinaria (RDO), con mortalità a 28 giorni superiore al 50%. Nelle sepsi da Gram-, l’endotossina, componente della parete cellulare, è un mediatore cruciale nella patogenesi della Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica (SIRS) e può essere rimossa selettivamente mediante emoperfusione diretta con colonne coattate con Polimixina-B (Toraymyxin®, PMX-DHP).

Casistica e Metodi

Dal Gennaio 2012 al Marzo2015, aseguito dell’adozione di un protocollo condiviso con UTI e RDO, sono stati eseguiti 118 PMX-DHP su 59 pazienti, di cui 48 degenti presso UTI (46 Rianimazione, 2 UTIC) e 11 presso RDO (Medicina Interna, Nefrologia, Chirurgia d’Urgenza). Per ogni paziente sono stati valutati al momento della diagnosi di sepsi i seguenti parametri: attività endotossinica (EAA >0,6), procalcitonina (PTC >0.5 ng/ml), indici di flogosi, PT, PTT, fibrinogeno, emocromo, PAM, terapia con amine. Tutti presentavano segni clinici di sepsi severa. 45 pazienti presentavano inoltre, alterazione degli indici di funzionalità renale per cui si associava trattamento renale sostitutivo (RRT). Tutti i pazienti sono stati sottoposti, entro 24 ore dalla diagnosi di sepsi da Gram-, almeno a 2 sedute di PMX-DHP.

Risultati

La mortalità complessiva a 28 giorni è stata del 79,7%. Nello specifico, la mortalità nelle UTI è stata dell’87,5%, mentre nei RDO è stata del 45,5% (p<0,002). Nei pazienti sopravvissuti, già a 72h dal termine del ciclo di trattamento le condizioni cliniche generali mostravano un netto miglioramento con incremento e stabilizzazione della PAM.

Conclusioni

Questi risultati preliminari dimostrano che il trattamento precoce delle sepsi da Gram-. con PMX-DHP, attraverso protocolli condivisi, ha ridotto significativamente la mortalità a 28 giorni dei pazienti nei RDO.

Sangregorio F., Perulli R., Maiorano A., Mezzopane D., Papantonio D., Cataneo F., Maiello M., Netti GS., Infante B., Stallone G., Grandaliano G.
(S.C. Nefrologia Dialisi e Trapianti, A.O.U. “Ospedali Riuniti” di Foggia, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Foggia, Foggia (Italy))
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