Login




Insufficienza renale acuta

Insufficienza renale acuta e cronica post-trapianto di rene e di organo solido non renale. Analisi preliminare di una Ricerca Internazionale in Centro ad Alto Volume Trapiantologico: UK Single Centre Study. Supporto Borsa di Studio SIN 2014

Questo Abstract è stato accettato come Comunicazione.

Razionale

La disfunzione renale dopo trapianto di organo solido renale e non (SOT) è associata ad elevata morbilità e mortalità a breve e lungo termine. L’insufficienza renale acuta (IRA) in particolare stadi 2-3, è un riconosciuto fattore di rischio di progressione di insufficienza renale cronica (IRC) e recentemente di insorgenza di IRC de novo, con ulteriore aumento della mortalità.  

Nelle fasi del trapianto, il danno da ischemia-riperfusione (DIR) del graft con la risposta infiammatoria sistemica, sembra svolgere un ruolo significativo sull’incidenza di IRA post-SOT.

Due tipi di donazione del graft autorizzati nei paesi anglosassoni, per morte cardiocircolatoria/a cuore fermo (DCD) e per morte cerebrale/a cuore battente (DBD), particolarmente utilizzati nel trapianto di rene e di fegato, rappresentano due diversi modelli di ischemia che potrebbero evidenziare i meccanismi patogenetici coinvolti nell’IRA post-SOT. Scopo: valutare l’incidenza di IRA e IRC nei diversi tipi di SOT.

Casistica e Metodi

Pazienti sottoposti a SOT (fegato, rene, cuore, polmone) nella University Hospital Birmingham (2007-2014). Parametri considerati: funzione renale nei primi 7 giorni, a 1, 3, 5 anni post-trapianto, caratteristiche del ricevente, del donatore, dell’organo trapiantato, del modello di ischemia (DBD vs DCD). IRA post-trapianto definita e classificata secondo le linee guida KDIGO 2012; IRC definita come GFR<60ml/min/1.73m2 >3 mesi.

Risultati

Risultati preliminari dell’incidenza di IRA in 1100 pazienti trapiantati di fegato (DBD e DCD), risultata del 65.3% (718/1100 pazienti), di cui 64% DBD (541/850) vs 71% DCD (177/250), p=0.037. Classificazione dell’IRA riportata nella Tabella 1. 

Conclusioni

Si conferma una notevole incidenza dell’IRA nel post-trapianto d’organo. Nei DCD, l’IRA presenta una incidenza significativa che si evidenzia maggiormente negli stadi 2-3. In questo contesto, il DIR sembrerebbe rivestire un importante ruolo patogenetico e sarà interessante valutare gli effetti di questo e degli altri parametri considerati sulla funzione renale a medio e lungo termine nei diversi tipi di SOT.

Umbro I.(1,2), Tinti F.(1,2), Sonsati M.(3), Gunson B.(4), Sharif A.(5), Mascaro J.(3), Ferguson J.(1), Muiesan P.(1), Mitterhofer AP.(2)
((1)The Liver Unit, Queen Elizabeth Hospital, Birmingham, United Kingdom; (2)Department of Clinical Medicine, Nephrology and Dialysis B, Sapienza University of Rome, Roma, Italia; (3)Department of Cardiothoracic Surgery, Queen Elizabeth Hospital, Birmingham, United Kingdom; (4)NIHR Biomedical Research Unit and Centre for Liver Research, University of Birmingham, Birmingham, United Kingdom; (5)Department of Nephrology and Transplantation, Queen Elizabeth Hospital, Birmingham, United Kingdom)
Non sono presenti commenti
Figure
Realizzazione: TESISQUARE®

Per assistenza scrivere al Supporto Tecnico