Il controllo di calcio, fosforo e PTH è essenziale per limitare la mortalità cardiovascolare del paziente emodializzato. Il nostro studio si è proposto di valutare i fattori associati al raggiungimento del target di PTH suggerito dalle linee guida KDOQI del 2003.
Sono stati retrospettivamente arruolati 37 pazienti incidenti in emodialisi tra il gennaio 2012 e il gennaio 2014 presso la Fondazione S. Maugeri di Pavia con un valore basale di iPTH>135 pg/ml e che avessero un follow-up di 18 mesi. Sono state analizzate le determinazioni mensili di calcio, fosforo e iPTH e le variazioni di terapia con vitamina D (vit.D) e chelanti del fosforo.
Dei 37 pazienti arruolati, solo 5 non hanno mai raggiunto il target di PTH (150-300 pg/ml) per tre misurazioni consecutive entro 18 mesi dall’inizio della dialisi. La mediana di raggiungimento del target è risultata essere 5 mesi. Il numero di variazioni di terapia con vit.D o chelanti del fosforo è risultato positivamente correlato al tempo di raggiungimento del target così come la calcemia. La fosforemia, al contrario, non è risultata associata in alcun modo al raggiungimento di valori soddisfacenti di PTH. Tuttavia, solo la terapia di associazione vit.D+chelanti è risultata associata al raggiungimento del target al contrario delle singole classi di farmaci usate in monoterapia. Il PTH all’ingresso in dialisi è risultato positivamente correlato al numero di principi necessari per raggiungere il target di PTH desiderato.
Nella nostra coorte di pazienti il raggiungimento di valori di PTH ideali è risultato maggiormente associato al controllo della calcemia piuttosto che della fosforemia. Un PTH più alto al baseline ha richiesto un maggior numero di principi attivi per raggiungere i livelli desiderati che sono stati raggiunti grazie alla terapia con vit.D e chelanti ma non con sola vit.D o chelante.
