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Emodialisi

Squilibri Idrico-salini e sovraccarico di liquidi nei pazienti dializzati, il ruolo centrale di Corin

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Razionale

La malattia cardiovascolare è la causa del 50% circa dei decessi nei pazienti con malattia renale cronica allo stadio terminale [1] [2]. I peptidi natriuretici (PN) svolgono un ruolo centrale nella regolazione del bilancio idrico-salino [3] e nel controllo della pressione arteriosa come  ad esempio il peptide natriuretico di tipo B, (BNP),  un neuro ormone cardiaco prevalentemente liberato dai ventricoli, in risposta all'espansione del volume e sovraccarico di pressione [4]. Corin è una serin-proteasi che attiva i PN partecipando così alla regolazione della pressione sanguigna e  alla fisiologica funzione cardiaca, favorendo: natriuresi, diuresi, vasodilatazione e diminuendo la pressione sanguigna attraverso la riduzione del volume intravascolare e della resistenza vascolare sistemica [5]. Lo scopo dello studio è stato quello di valutare il coinvolgimento di Corin nella fisiopatologia renale, analizzando i livelli sierici di Corin nei pazienti dializzati, e valutando la sua relazione con il sovraccarico di liquidi nei pazienti con insufficienza cardiaca e ipertensione arteriosa.

Casistica e Metodi

Abbiamo studiato i livelli sierici di Corin in pazienti uremici sottoposti a terapia emodialitica(HD) e in soggetti sani (HS) con storia clinica negativa per l'ipertensione arteriosa, diabete mellito, tumore, malattie cardiovascolari, malattie infiammatorie, renale e endocrina. Il gruppo di studio è stato caratterizzato da 20 pazienti in HD con un'età media di di 76 ± 6 anni e 20 pazienti sani (HS). I campioni di sangue sono stati raccolti la mattina alle ore 08.00 immediatamente prima e subito dopo l'emodialisi dalla linea arteriosa del rene artificiale; nel gruppo di controllo (HS), i campioni di sangue sono stati raccolti alle 08:00 h dopo il digiuno notturno. I Campioni effluenti di dialisato sono stati analizzati attraverso il collettore: sistema QuantiscanTM (Hospal, Bologna, Italia). I livelli di Corin sono stati espressi in picogrammi per millilitro (pg/ml).Tutti i valori sono stati normalizzati per il volume. In particolare, i livelli di Corin medio e post-dialisi sono stati espressi dopo la correzione per emoconcentrazione secondo formula predefinita [6].

Risultati

I livelli di sierici di Corin nei pazienti uremici erano più alti che nei soggetti sani (p<0.0001). Abbiamo trovato che la concentrazione della serin-proteasi non si modificava dopo una singola seduta di emodialisi e che i pazienti affetti da Ipertensione arteriosa e scompenso cardiaco erano caratterizzati da alti livelli di Corin. Dopo un analisi multivariata, correlazioni dirette erano mantenute tra Corin e l'età dialitica (β=0.83; p=0.0002), lo scompenso cardiaco (β=0.42; p<0.0001), la pressione sistolica arteriosa (β=-0.70; p=0.0002) e il peso corporeo (β=0.39; p<0.0001). Infine, abbiamo anche rilevato una relazione tra Corin e l'ormone paratiroideo, perso dopo l'analisi multivariata. È ben noto che la popolazione dializzata rappresenta un modello umano complesse da valutare  per quanto riguarda il metabolismo del calcio/fosforo e l'osteodistrofia uremica.

Conclusioni

Questo è il primo studio nel  quale i livelli sierici di Corin sono stati valutati in questa categoria di pazienti. Come attivatore fisiologico dei peptidi natriuretici, aumentati livelli sierici di Corin indicherebbero un alto tasso di produzione di peptidi natriuretici attivati che a sua volta rifletterebbero il fallimento di una  regolare natriuresi. Corin quindi sembrerebbe essere implicato nella regolazione del bilancio idrico-salino e nelle modificazioni dei volumi nei pazienti emodializzati contribuendo all'omeostasi. Ulteriori studi sono tuttavia necessari per capirie il ruolo di questa serin-proteasi nelle malattie renali e per definire il suo ruolo effettivo diagnostico e prognostico.

release  1
pubblicata il  22 settembre 2015 
da Carlo Alberto Ricciardi¹,Antonio Lacquaniti¹, Valeria Cernaro¹,Annmaria Bruzzese¹, Viviana Lacava¹, Luca Visconti¹, Francesca De gregorio¹,Saverio Loddo², Francesco Torre¹, Giuseppe Costantino¹, Gaetano Montalto², Domenico Santoro¹, Michele Buemi¹
(¹ Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di Messina; ² Dipartimento di Patologia , Università degli studi di Messina, Italia)
Parole chiave: biomarker
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