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Emodialisi

Studio osservazionale prospettico sul rapporto tra volume di plasma trattato con CPFA e clearance della procalcitonina nella prognosi dello shock settico

poster

Razionale

La CPFA è una metodica mista che associa l'emodepurazione alla plasmafiltrazione e consente la rimozione aspecifica di mediatori del’infiammazione acuta grazie all’impiego di una cartuccia contenente una resina idrofobica adsorbente (Davies B 2010) [1]. Viene impiegata come terapia della sepsi e nell’insufficienza multi-organo da shock settico. La CPFA è stata pensata e impiegata come terapia immunomodulatoria adiuvante dello shock settico e si è dimostrata una metodica sicura ed efficace (Livigni S 2014) [2] (full text)

Casistica e Metodi

Presentiamo uno studio monocentrico prospettico osservazionale, che valuta, come obiettivo primario, se il volume di plasma trattato può influenzare l’outcome nello shock settico complicato da almeno due insufficienze d’organo e refrattario a terapia standard. Obiettivo secondario era la correlazione tra clearance della procalcitonina e l’outcome. Sono stati trattati 58 pazienti con un minimo di 3 ed un massimo di 5 sedute di CPFA, in base all'andamento clinico. Sono state valutate le differenze negli esiti, confrontando le variazioni di pressione arteriosa media, della dose di Noradrenalina e di procalcitonina a fine trattamento, in chi ha superato lo shock settico e nei deceduti, studiando il grado di correlazione tra le variabili indipendenti, dose di plasma trattato, clearance della procalcitonina e la variabile dipendente esito.

In un periodo di tempo di 7 aani, dal 2008 al 2015, sono stati trattati 58 pazienti. Al momento dell’inclusione non c’era indicazione chirurgica al controllo della sorgente infettiva. I criteri di esclusione comprendevano: la presenza di malattia tumorale primitiva non trattata, la presenza di metastasi e la controindicazione all’uso di anticoagulanti.

Risultati

Non sono state trovate differenze significative in termini di età, punteggio SAPS (Simplified Acute Physiology Score) e pressione arteriosa media pretrattamento, tra sopravvissuti e deceduti (tabella 1). Nel 78% dei pazienti si è assistito a risoluzione dello shock settico, con miglioramento dei parametri vitali, del punteggio SOFA (Sequential Organ Failure Assessment) (Tabella 2) e contestuale clearance significativa della procalcitonina (p<0.0001) (grafici 1,2) (Dahaba AA 2002) [3]. I volumi di plasma trattati erano maggiori nei pazienti sopravvissuti. Non abbiamo invece riscontrato differenze significative di tutti i suddetti parametri nei pazienti deceduti.

Per quanto riguarda la programmazione del trattamento: la dose di plasma trattato non differiva tra i pazienti sottoposti a tre, quattro o cinque sedute (p=0.2), non c’era differenza di durata delle singole sedute tra pazienti sopravvissuti e deceduti (p=0.3) (Vesconi S 2009) [4] (full text), infine la dose di plasma trattato era significativamente maggiore nei sopravvissuti (p=0.0003) (Ronco C 2000) [5]. Da un’analisi multivariata: la clearance della PCT a fine trattamento si è rivelata essere una variabile predittiva di guarigione (p=0.004), la dose di plasma trattato influiva significativamente sull’outcome (p=0.04). Una clearance della PCT maggiore del 50% a 72 ore dall’inizio della CPFA nel 90% dei casi correlava con una buona prognosi (grafico 3). Infine abbiamo individuato una dose soglia di plasma trattato di 0,18 L/kg per seduta al di sopra della quale la percentuale di guarigione era superiore al 90%.

Conclusioni

Possiamo concludere affermando che la clearance della procalcitonina a fine trattamento si è rivelata una variabile predittiva di guarigione. I volumi di plasma trattato hanno influito significativamente sull’outcome, identificando una dose soglia di efficacia per la CPFA (0,18 L/kg per seduta) e la possibilità di individuare precocemente quei pazienti per i quali è sufficiente programmare tre o quattro sedute di trattamento anziché cinque.

release  1
pubblicata il  23 settembre 2015 
da M.L. Bonincontro, U.Gerini, M. Carraro, F.Bianco, S. Leonardi, G. Galli, M. Ianche, M. Grignietti, M. Artero, V. Di Maso, M. Buttazzoni, M. Pian, U.Savi, E. Bedina, I. Filippi, L. Čelik, E. Lorenzon, P. Arbo, Agbedjro (1), V. Negro (1), A. Tomasini (1), G. Berlot (1) e G. Boscutti
(S.C. Nefrologia e Dialisi Azienda Ospedaliero Universitaria “Ospedali Riuniti” di Trieste; (1) S.C.ARTA Azienda Ospedaliero Universitaria “Ospedali Riuniti” di Trieste)
Parole chiave: CPFA, Procalcitonina, shock settico
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