Sono sempre più i pazienti che si sottopongono a dialisi in tutto il mondo.
Poco è conosciuto circa l'impegno di lavoro che comporta il trattamento di pazienti in dialisi sia sotto forma di esami di laboratorio che di indagini diagnostiche. Inoltre non ci sono standard accettabili per la frequenza con cui effettuare indagini di laboratorio e strumentali.
Scopo del presente studio e di valutare, in un centro di media grandezza italiano, l'impegno il numero di prestazioni effettuate nei pazienti sottoposti ad emodialisi.
Abbiamo avuto accesso ad un sistema computerizzato che nel momento in cui veniva prescritto un esame su ricetta rossa, necessaria per l'adempimento a compiti burocratici connessi alla dialisi ambualtoriale, archiviava in contemporanea l'esame o la prestazione richiesta.
Sono stati valutati tutti i pazienti che hanno effettuato emodialisi in un anno (2014) presso un centro di media grandezza italiano.
Abbiamo trattato 195 pazienti di cui 165 per tutto l’anno e 35 per periodi non completi di anno (sommando i mesi abbiamo ottenuto un numero di pazienti/anno di 180)
Sono state valutate le richieste per indagini di laboratorio, di diagnostica radiologica, visite cardiologiche, e prestazioni diagnostiche di cardiologia.
i risultati sono quelli descritti in tabella 1 (figura 1).
La valutazione delle prestazioni ha permesso di rilevare una non perfetta aderenza alle linee guida per la valutazione cardiologica, anche il metabolismo Ca-P non è adeguatamente indagato e controllato, il PTH è valutato raramente, il K viene valutato in maniera sicuramente inferiore al necessario. Le visite cardiologiche sembrano rientrare nelle linee guida (1/sei mesi)
L’audit periodico di tali parametri può aiutare a capire la adeguatezza del trattamento dialitico, è necessario inoltre che un centro di emodialisi abbia la possibilità di avere a disposizione servizi che possano lavorare in complementarietà con la nefrologia (cardiologia, radiologia e laboratorio).
In ogni caso l’esempio addotto rinforza l’esperienza che se c’è un ambito importante nel quale la gestione dei Big data può produrre grande efficacia, questo è l’ambito sanitario dove, l’efficienza e l’efficacia assumono valori che vanno ben oltre l’elemento di risparmio (Degli Esposti).
Gli strumenti, utilizzati per anni per curare le malattie, incentrati sulla esperienza del medico e sui dati del singolo paziente cominciano a dimostrare tutti i loro limiti. I sistemi di aiuto alle decisioni cliniche basate non solo sull’esperienza ma sulla vera realtà derivati dall’analisi della propria attività, sono sempre più possibili ed esercitano una forte influenza sulla attività clinica.
È sperabile che gli strumenti di analisi mirati alle singole realtà e non solo al raggiungimento di meri obiettivi burocratici ed amministrativi vengano resi possibili ed estesi a tutte le realtà cliniche.
Luca Degli Esposti(1), Alessandra Sturani(2), Giuseppe Quintaliani(3), Stefano Buda(1), Ezio Degli Esposti(1): Gli archivi amministrativi delle Aziende Sanitarie: possibile uso per il governo clinico della malattia renale cronica GIN 16 giugno 2014.
Hilary Daniel, BS; Lois Snyder Sulmasy, JD, for the ACP Health and Public Policy Committee**Policy Recommendations to Guide the Use of Telemedicine in Primary Care Settings: An American College of Physicians Position Paper FREE ONLINE FIRST Ann Intern Med. Published online 8 September 2015 doi:10.7326/M15-0498.
Speciale. La qualità dell'informazione come “risorsa” dei sistemi sanitari Quotidiano sanità 22 maggio 2015.
Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.
Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.
