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Trapianto renale

RUOLO DEGLI ANTICORPI ANTI RECETTORE TIPO 1 DELL’ANGIOTENSINA II NELLA GLOMERULOPATIA CRONICA POST-TRAPIANTO: ANALISI MONOCENTRICA

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Razionale

La glomerulopatia cronica da trapianto (GPTC) rappresenta un’importante causa di perdita del rene trapiantato. Il ruolo degli anticorpi anti-HLA donatore specifici (DSA) nel  rigetto è noto, mentre rimane poco definito quello degli anticorpi non-HLA. Sta emergendo l’importanza degli anticorpi anti-recettore tipo-1 dell’angiotensina-II (AT1R-Ab) nel rigetto acuto anticorpo mediato, tuttavia non ci sono studi circa la loro implicazione nella GPTC.

Casistica e Metodi

Analizzata la presenza di DSA al momento della biopsia (Flow-PRA, One Lambda) e gli AT1R-Ab IgG (enzyme-linked immunosorbent assay, One Lambda) sia nei sieri pre-trapianto che alla biopsia (positività ≥10 U/mL) di tutte le GPTC (N=49) diagnosticate tra gennaio 2007 e dicembre 2014.

Risultati

AT1R-Ab positività: pre-trapianto 20/39 (51%) - non disponibili 10 sieri; alla biopsia 9/49 (19%). DSA positività: 34/49 (69.4%).  Non correlazioni tra AT1R-Ab e: patologia di base, PRA, ischemia fredda, DGF, età e sesso, numero trapianti, ipertensione (anche maligna), vasculopatia, preeclampsia, C4d positività alla biopsia, precocità di insorgenza GPTC. Nei pazienti con cardiopatia il rischio di avere AT1R-Ab ≥10 U/mL è aumentato (OR 3,55 IC [0,35-35,19], ns). Il fallimento del trapianto è complessivamente del 38.5%, nei pazienti AT1R-Ab positivi la probabilità aumenta al 52.3% (OR 3 [0.78-11.42], ns). Nei pazienti positivi per AT1R-Ab e DSA (N=16), l’emivita è inferiore vs i negativi per entrambi (emivita 5.1 anni vs 9.2, ns)  sebbene la sopravvivenza organo sia sovrapponibile, Fig. 1.

Conclusioni

Riportiamo la prima casistica di studio degli AT1R-Ab nella GPTC. Sebbene la presenza di AT1R-Ab non influenzi significativamente la sopravvivenza dell’organo in questa popolazione, l’evidenza di un’emivita inferiore e di un’aumentata probabilità di fallimento del trapianto richiede ulteriori studi al fine di valutare l’opportunità di un trattamento più aggressivo in questi pazienti.

Stefania Bussolino 1*, Caterina Dolla 1*, Ariaudo Claudia 2, Federica Civiletti 1, Maria Messina 1, Gianna Mazzucco 3, Luigi Biancone 1 *Eguale contributo nel lavoro
(1 Centro Trapianti Renali “A. Vercellone” Divisione di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Città della Salute e della Scienza di Torino e Dipartimento di Scienze Mediche Università di Torino 2 Nefrologia e Dialisi ASO S. Croce e Carle di Cuneo 3 SCUD Patologia dei Trapianti Dipartimento di Scienze Mediche Università di Torino )
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