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Modelli sperimentali/Scienze di base

ANALISI TRASCRITTOMICA DELLE VESCICOLE EXTRACELLULARI URINARIE E LORO POTENZIALE DIAGNOSTICO NEL CARCINOMA RENALE A CELLULE CHIARE

Questo Abstract è stato accettato come Comunicazione.

Razionale

Il carcinoma renale a cellule chiare (cRCC) rappresenta la neoplasia maligna urologica più letale ma non esiste un test di screening clinico efficace per il cRCC. Le vescicole extracellulari (VE) sono state isolate in diversi fluidi umani, tra cui l'urina. Esse trasportano proteine e acidi nucleici che riflettono lo stato fisiologico e, eventualmente, patologico delle cellule renali. Poiché la raccolta delle urine non è invasiva, la scoperta di VE nelle urine ha aperto un nuovo campo nella ricerca dei biomarker.

Lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare i trascritti nelle VE urinarie di pazienti con cRCC e studiare se alcuni trascritti hanno valori di espressione differenti nei pazienti con cRCC rispetto ai volontari sani.

Casistica e Metodi

Sono stati arruolati 12 pazienti con diagnosi di cRCC sui quali era stata eseguita una nefrectomia unilaterale. Abbiamo raccolto le urine pre-intervento. E’ stato arruolato come controllo un gruppo di volontari sani (n = 11) con analisi delle urine negativo. Le VE sono stati isolate dalle urine con centrifugazione differenziale. Dopo sono stati estratti, quantificati e valutati qualitativamente i trascritti. Questi sono stati ibridati su microarray Illumina. Dopo, abbiamo valutato se le funzioni dei geni alterati nei pazienti potevano essere correlati a cRCC attraverso l’analisi delle pathways. I geni disregolati, sono stati poi convalidati con qRT-PCR in un gruppo indipendente di 12 pazienti e 10 controlli.

Risultati

La qRT-PCR ha individuato una serie di potenziali biomarker diagnostici che potrebbero essere utilizzati per distinguere i pazienti cRCC dagli individui sani in una fase precoce. Mentre alcuni potenziali biomarcatori erano stati già individuati nella patogenesi del cancro come la detossificazione mediata dal glutatione o dall’arseniato altri biomarcatori sono nuovi.

Conclusioni

Usando questo approccio, abbiamo identificato un gruppo di quattro trascritti che nel loro insieme potrebbero essere utilizzati come biomarcatori non invasivi per la diagnosi del cRCC.

De Palma G.(1), Sallustio F.(2), Galleggiante V.(3), Rutigliano M.(3), Battaglia M.(3), Schena FP.(1)
((1)Consorzio C.A.R.S.O., Valenzano (BA), Italy; (2)Dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche e ambientali, Università del Salento, Lecce; (3)U.O.C. di Urologia, Andrologia e Trapianto di Rene, Dipartimento dell’emergenza e dei trapianti di organi, Università degli Studi di Bari, Bari)
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