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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

Progressione di malattia e sopravvivenza in pazienti con rene unico acquisito

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Razionale

Nei donatori di rene la perdita di massa nefronica non influenza negativamente la loro funzione renale nè la sopravvivenza. Meno conosciuti sono gli effetti della nefrectomia, eseguita per motivi clinici differenti. Abbiamo voluto esaminare l’andamento della funzione renale e gli outcomes di una larga coorte di pazienti sottoposti a nefrectomia, rispetto ad una restante coorte con CKD di diversa eziologia.

Casistica e Metodi

Dal database del registro PIRP abbiamo selezionato tutti i pazienti con almeno 2 visite e con un follow-up > 6 mesi. La probabilità di raggiungere l'endpoint renale (inteso come decesso e ESRD) è stata stimata con analisi di sopravvivenza rispetto all'endpoint composito e agli endpoint valutati separatamente.

Risultati

Abbiamo selezionato 8972 pazienti, dei quali 714 con monorene acquisito. Le caratteristiche demografiche e il tempo di osservazione non differiscono tra pazienti monorene e altri pazienti, così come il VFG basale (CKD-EPI): 33.54 vs. 33.58 mL/min, mentre la perdita media annua di VFG risulta inferiore nei soggetti con nefrectomia (ΔVFG -0.36 vs. -0.97, p=0.009). Gli ingressi in dialisi sono minori nei nefrectomizzati (8.1% vs. 10.9%), mentre la prevalenza dei deceduti è simile (20.9% vs. 20.6%). Le funzioni di hazard dei pazienti monorene mostrano un andamento molto particolare [fig.1]: quella costruita sull'outcome composito ha due massimi tra 1-2 anni e 4-5 anni dovuti rispettivamente ai massimi di rischio per il decesso e per l'ESRD. La sopravvivenza dei monorene è significativamente migliore di quella delle altre nefropatie per l'outcome ESRD (test di Wilcoxon: p=0.010) e non differisce per l'outcome composito e il decesso.

Conclusioni

Questa coorte di pazienti sottoposti a nefrectomia presenta rischi di endpoint renale simili ai pazienti con CKD di altra eziologia. La forma delle loro funzioni di hazard suggerisce tuttavia la presenza di due fasi distinte durante il follow-up in cui le probabilità di decesso e di ESRD sono accresciute.

Marcora Mandreoli (1), Dino Gibertoni (2), Paola Rucci (2), Antonio Santoro (3) a nome del gruppo regionale Nefrologi Progetto PIRP: Sara De Amicis (4), Chiara Cantarelli (5), Mattia Corradini (6), Francesco Caruso (7), Fabio Olmeda (8), Claudio Orsi (9), Daniela C. Cannarile (3), Concetta Fantinati (1), Giorgia Russo (10), Romina Graziani (11), Veronica Sgarlato (12), Benedetta Ferri (13), Marta Flachi (14)
((1) S.C. di Nefrologia e Dialisi, Ospedale S. Maria della Scaletta, Imola - (2) Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, Unità Metodologica di Igiene e Biostatistica, Università di Bologna - (3) S.C. di Nefrologia, Dialisi ed Ipertensione, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Bologna - (4) S.C di Nefrologia Dialisi, Ospedale G. da Saliceto, Piacenza - (5) S.C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale Maggiore, Parma - (6) S.C di Nefrologia e Dialisi, Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia - (7) S.C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale Ramazzini Carpi - (8) S.C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale Policlinico Modena - (9) S.C di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna - (10) S.C di Nefrologia e Dialisi, Arcispedale S. Anna, Ferrara - (11) S.C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale S. Maria delle Croci, Ravenna - (12) S.C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale Morgagni Pierantoni, Forlì - (13) S. C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale Bufalini, Cesena - (14) S.C di Nefrologia e Dialisi, Ospedale degli Infermi, Rimini)
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