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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

L’ADEGUATA NUTRIZIONE DEL NEFROPATICO IN TERAPIA CONSERVATIVA FA LA DIFFERENZA? NOSTRE ESPERIENZE.

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Razionale

Il controllo degli apporti nutrizionali alimentari rappresenta uno dei capisaldi della terapia conservativa per il paziente affetto da insufficienza renale cronica. Il termine di “dieta” con cui vengono sintetizzati i vari aspetti ad esso inerenti, tuttavia non trova unanimi consensi favorevoli. Una corrente di pensiero nefrologico vorrebbe sminuirne il valore globale positivo in correlazione ad un suo presunto impatto psicologico “demoralizzante”.

Casistica e Metodi

Abbiamo confrontato due gruppi di pazienti. Il primo gruppo, seguito in modo prospettico da dicembre 2013 a maggio 2015, costituito da soggetti in stadio III-IV, che erano stati motivati al controllo degli apporti nutrizionale, mediante un percorso di educazione terapeutica strutturata, con l’intervento di un gruppo di lavoro cooperativo integrato tra diverse figure professionali (nefrologo, dietista, infermiere, psicologo), dimostrando di avere una buona aderenza terapeutica. Il secondo gruppo, seguito in modo retrospettivo da maggio 2015 a dicembre 2013, era costituito da soggetti in stadio II-III-IV, che non avevano mai seguito la “dieta per nefropatici” per svariati motivi (la ignoravano completamente, il nefrologo non l’aveva proposta, l’avevano rifiutata, ecc…).

Risultati

Durante il periodo di osservazione, nel primo gruppo 5 paz. hanno iniziato il trattamento emodialitico, 1 è deceduta, 10 hanno subito un peggioramento, 20 hanno presentato un miglioramento, 14 sono rimasti clinicamente stabili. Nel secondo gruppo, invece non si è assistito a nessun miglioramento, 8 pazienti sono rimasti stabili, mentre 42 hanno avuto un peggioramento della funzionalità renale, dei quali il 50 % in modo piuttosto accelerato.  

Conclusioni

Nella nostra esperienza, l’indicazione al trattamento dietetico è risultato efficace nel rallentare la progressione dell’insufficienza renale cronica. Riteniamo che i risultati positivi da noi osservati siano da mettere in correlazione con la corretta effettuazione del controllo degli apporti nutrizionali alimentari, fondato sulla “motivazione” del paziente e sulla sua aderenza al processo di cura.

Bruzzese A., Montuori F., Bianchimano B., Costantino G., Aloisi C., Buemi M., Santoro D.
(UOC Nefrologia e Dialisi, Policlinico Universitario "G. Martino", Messina)
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