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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

La dieta ipoproteica è compatibile con una buona qualità di vita ed un elevato gradimento della dieta: lo studio TOPI di CASA.

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Razionale

Le diete ipoproteiche sono spesso tacciate di scarsa palatabilità ed i detrattori sottolineano l'impatto sulla qualità di vita. La qualità della dieta (dietary satisfaction) è oggetto di pochi studi ed il solo questionario validato (MDRD dietary satisfaction questionnaire) non è mai stato impiegato nella popolazione Italiana, che probabilmente detiene il record di impiego di diete ipoproteiche. 

Casistica e Metodi

Studio multicentrico, cross sezionale (pazienti con follow-up>=6 mesi): 4 Centri, caratterizzati da vasto impiego di diete personalizzate o opzione tra più schemi ipoproteici. 

Database: Dati clinici, demografici, ematochimici. Questionari: WHO quality of life; MDRD dietary satisfaction.

Risultati

Sono stati raccolti 424 pazienti CKD-III-V (età media 73 anni (min-max 20-97)), ad alta comorbidità (Charlson index: mediana 7). Una restrizione proteica moderata (0,6 g/Kg/die) era la scelta più comune; (10% a 0,3 g/Kg/die). La compliance (formula di Mitch), era eccellente (0.65 g/kg/die nella popolazione a 0,6 g/Kg/die).

La maggioranza dei pazienti valutava positivamente la dieta (scala 1-5: scores 3-5: 83.8%; score 5: 53,4%, score 1: 2,4%), era soddisfatto della quantità (score 3-5: 72.9%), del gusto (79,4%), della varietà del cibo (82,2%). La reperibilità dei cibi era "molto difficile" nel 13,4%, "molto facile" nel 67.6%. 

A fronte di questi dati positivi, la vita sociale presenta alcuni problemi: il 43,8% "si sente diverso" e solo il 13,8% non riscontra sostanzaili differenze nell'alimentazione rispetto agli "altri"; per il 32,4% mangiare al ristorante è molto difficile, in contrapposizione al 43,3% che lo trova molto facile.

Non vi sono differenze sostanziali tra le diete a moderata restrizione proteica (score 3-5: prodotti aproteici 71.4%; dieta vegana supplementata 79.1%).

Conclusioni

Questo ampio studio multicentrico sottolinea come, quantomeno in un'elevata quota di pazienti, anche anziani o ad elevata comorbidità, una dieta ipoproteica sia fattibile, con buona compliance e soddisfazione generale. La pluralità di opzioni, così come la dieta personalizzata, sono verosimilmente alla base di questo risultato.

Nazha M.(1), Maxia S.(2), D'Alessandro C.(3), Roggero S.(1), Mongilardi E.(1), Vigotti FN.(1), Capizzi I.(1), Mohamed T.(1), Cabiddu G.(2), Di Iorio BF.(4), Piccoli GB.(1), Cupisti. A.(3)
((1)SS Nefrologia ASOU san Luigi Gonzaga, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino; (2)Nefrologia Osp. Brotzu Cagliari; (3)Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, Università di Pisa, (4)Dipartimento di Medicina, Nefrologia, Solofra; )
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