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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

Progettare il percorso di cura dal punto di vista dei pazienti: un decalogo di consigli da un focus group di pazienti, medici, studenti.

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Razionale

In un momento in cui la medicina oscilla tra personalizzazione e RCTs, olismo e specializzazione, il coinvolgimento dei pazienti nella progettazione dei percorsi terapeutici è spesso auspicato, raramente effettuato. 

Casistica e Metodi

Focus group (2 gruppi) nell'ambito di attività didattica opzionale della facoltà di Medicina e Chirurgia: "dal rapporto medico-paziente all'organizzazione del lavoro" (2 crediti, 3 incontri).

Partecipanti: tutor (nefrologo); moderatore (medico-borsista); pazienti (28-81 anni); studenti del Corso.

Modalità: registrazione delle opinioni; riassunto; discussione; approvazione dei partecipanti. 

Risultati

A seguire sono riportati i risulati dei focus group, globalmente concordi, la cui gerarchia dipende dalla presenza di pregresse esperienze negative.
1. Ascolto e tempo (Il medico ideale è quello che ascolta il paziente per tutto il tempo che quest’ultimo ritiene necessario: “il dialogo è più efficace delle medicine").
2. Burocrazia (attenzione agli aspetti burocratici, programmazione dell’iter, prenotazione visite, esami,esenzioni, etc)
3. Continuità (Medico o equipe di riferimento; importante interagire sempre con gli stessi specialisti)
4. Supporto dei/ai care-giver (famiglia come supporto al paziente).
5. Preparazione (sentire di avere a che fare con un professionista, il medico deve essere competente, preparato, aggiornato, capace di mettersi in discussione).
6. Spiegazione di diagnosi e terapia (il paziente desidera che vengano spiegati in maniera semplice e chiara la patologia e l’iter che lo aspetta, evitando il "medichese")
7. Collaborazione terapeutica (Giusta alchimia tra proposta del medico e necessità del paziente)
8. Prevenzione (anche per i famigliari)
9. Umanità (rapporto di fiducia e collaborazione, senza trascurare gli aspetti empatici e psicologici: “Preferiamo un approccio umano e informale, rispetto a quello professionale e formale”.)
10. Umiltà (“è preferibile ammettere di non sapere, piuttosto che dare un’informazione sbagliata”).

Conclusioni

I pazienti hanno idee chiare rispetto al percorso di cura; la partecipazione alla definizione di bisogni e risposte identifica la richiesta di terapia personalizzata, con riferimenti individuali, nell'ambito di un approccio flessibile, empatico, olistico. 

Nazha M.(1), Angelillo D.(2), Bergamo A.(2), Camerlengo L.(2), Cheuguep C.(2), Calati P.(2), Farina C.(2), d'Angella F.(2), Cantarella F.(2), Pari D.(2), Fili A.(2), Guida S.(2), Novara C.(2), Ottino M.(2), Scagliola A.(2), Tortello C.(2), Russo G.(2), Vallini C.(2), Piccoli GB.(1)
((1) SS Nefrologia ASOU san Luigi Gonzaga, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino; (2) Studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, polo san Luigi. )
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