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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

FATTIBILITA' DELLA DIETA A CONTENUTO PROTEICO MOLTO RIDOTTO (0.3 Gr/Kg) + AA ESSENZIALI E CHETOANALOGHI (sVLPD) NEI PAZIENTI ULTRASETTANTENNI AFFETTI DA INSUFFICIENZA RENALE CRONICA IN FASE PRE-DIALITICA E RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI UDINE

poster

Background

Dagli studi presenti in letteratura, si desume che, l’adozione di una dieta a contenuto proteico molto ridotto (0.3 gr/kg) supplementata con aminoacidi essenziali e cheto analoghi (sVLPD), consente di rinviare l’inizio del trattamento dialitico nei pazienti giunti ad una fase di uremia severa in quanto riduce i sintomi dell’uremia stessa, rallenta la progressione della malattia renale e migliora l’assetto metabolico: migliora, infatti, il controllo della pressione arteriosa, calano la fosforemia e l’azotemia, si riduce il fabbisogno di eritropoietina (Fig.1). Ciò ha un impatto positivo anche sulla qualità di vita di questi pazienti e determina un rilevante contenimento dei costi gestionali relativi. Il Servizio Sanitario Nazionale ne riceve,infatti, un cospicuo beneficio economico: dell’ordine del 77% per quanto attiene l’emodialisi (HD) e del 72 % per quanto attiene la dialisi peritoneale (DP). Si consideri, inoltre, che nei pazienti che aderiscono alla sVLPD si riduce il numero delle ospedalizzazioni.

Obbiettivi

Il nostro studio è stato condotto per verificare l’adottabilità della sVLPD al fine di rinviare l’inizio del trattamento dialitico nella popolazione ultrasettantenne residente nella provincia di Udine.

Metodi

TABELLA 1: Criteri d'Inclusione nello StudioTABELLA 2: Criteri d'Esclusione dallo Studio
Eta: ≥di 70 anni, Proteinuria ≥ 3gr/die
GFR; ≤ 15 mL/min/1.73 m2 Insufficienza Epatica
Insufficienza Cardiaca
Infezione da HCV
Neoplasie Maligne Attive     
BPCO che richieda somministrazione di O2
Uremia Sintomatica 
Mancata Adesione alla Dieta

La tabella 1 indica i criteri di eleggibilità e la tabella 2 i criteri di esclusione dallo studio. Sono stati considerati, ai fini di una possibile inclusione nello studio, 51 pazienti (età media 80.4 anni): 27 maschi e 24 femmine.

La tabella 3 illustra le caratteristiche della dieta che sarebbe stata proposta ai pazienti arruolati nello studio.

TABELLA 3: Composizione della Dieta sVLPD:

  • 0.3 gr/kg di peso corporeo/die di proteine di origine vegetale,
  • apporto calorico di 35 Kcal/kg di peso corporeo/die,
  • supplemento quotidiano, ogni 5 kg di peso corporeo del paziente, con compresse contenenti ciascuna 607 mg di una mistura costituita da 5 chetoanaloghi e 4 aminoacidi essenziali.
  • supplemento a giorni alterni, con 5 mg di acido folico e con un complesso vitaminico B (B1: 50 mg, B6:250 mg e B12: 500 mcg).
  • apporto sodico di 3 gr/die di Sodio Cloruro.

Risultati

Nessuno dei pazienti considerati rientrava nei criteri necessari per essere arruolato nello studio (Fig. 2): 35 pazienti (68.6%) erano affetti da insufficienza cardiaca, 21 pazienti (41.2%) erano portatori di neoplasia maligna, in 8 soggetti (15.7%) la proteinuria era maggiore di 3 gr/die, 5 pazienti (9.5%) erano affetti da malattia polmonare cronica con stabile necessità di ossigenoterapia, 1 paziente (2%) era affetto da insufficienza epatica. Due o più criteri di esclusione coesistevano in 19 soggetti (37%).

Conclusioni

I nostri dati dimostrano che, almeno nel nostro bacino di utenza, è molto difficile arruolare pazienti ultrasettantenni, affetti da uremia in fase pre-dialitica, allo scopo di ritardare l’inizio del trattamento sostitutivo della funzione renale grazie all’adozione di una sVLPD: l’elevata frequenza di severe comorbilità ha reso, infatti, non praticabile, questo tipo di approccio. Poiché, però, noi riteniamo estremamente promettente questa terapia dietetica, cercheremo, in prossimi studi, di estenderla a pazienti più giovani che, verosimilmente, più motivati e meno gravati da patologie che ne costituiscono criterio di esclusione, saranno più facilmente arruolabili per aderire a questo tipo di approccio terapeutico.

release  1
pubblicata il  24 settembre 2015 
da Romano G., Pezzutto A., Zanchettin G., Fregonese C., Mioni R., Marega A., Montanaro D.
(Azienda Ospedaliero Universitaria S.M. Misericordia di Udine, SOC di Nefrologia)
Parole chiave: chetoanaloghi, insufficienza renale cronica, terapia
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