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Malattia renale cronica stadio 1-5 /Anemia/Metabolismo calcio-fosforo

La dieta ipoproteica è compatibile con una buona qualità di vita ed un elevato gradimento della dieta: lo studio TOPI di CASA

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Razionale

Le diete ipoproteiche (Goraya N -2015 [1]) sono spesso tacciate di scarsa palatabilità ed i detrattori sottolineano l'impatto sulla qualità di vita. La qualità della dieta (dietary satisfaction) è oggetto di pochi studi (Coyne T - 1995 [2]ed il solo questionario validato (MDRD dietary satisfaction questionnaire) non è mai stato impiegato nella popolazione Italiana, che probabilmente detiene il record di impiego di diete ipoproteiche (Piccoli GB - 2015 [2] [3]).

Casistica e Metodi

Studio multicentrico, cross sezionale (pazienti con follow-up>=6 mesi): 4 Centri, caratterizzati da vasto impiego di diete personalizzate o opzione tra più schemi ipoproteici.

Database: Dati clinici, demografici, ematochimici. Questionari: WHO quality of life (WHOQOL [4]); MDRD dietary satisfaction.

Risultati

Sono stati raccolti 424 pazienti CKD-III-V (età media 73 anni (min-max 20-97)), ad alta comorbidità
(Charlson index: mediana 7). Una restrizione proteica moderata (0,6 g/Kg/die) era la scelta più comune; (10% a 0,3 g/Kg/die). La compliance (formula di Mitch), era eccellente (0.65 g/kg/die nella popolazione a 0,6 g/Kg/die).
La maggioranza dei pazienti valutava positivamente la dieta (scala 1-5: scores 3-5: 83.8%; score 5: 53,4%, score 1: 2,4%), era soddisfatto della quantità (score 3-5: 72.9%), del gusto (79,4%), della varietà del cibo (82,2%). La reperibilità dei cibi era "molto difficile" nel 13,4%, "molto facile" nel 67.6%.

A fronte di questi dati positivi, la vita sociale presenta alcuni problemi: il 43,8% "si sente diverso" e solo il 13,8% non riscontra sostanzaili differenze nell'alimentazione rispetto agli "altri"; per il 32,4% mangiare al ristorante è molto difficile, in contrapposizione al 43,3% che lo trova molto facile.

Non vi sono differenze sostanziali tra le diete a moderata restrizione proteica (score 3-5: prodotti aproteici 71.4%; dieta vegana supplementata 79.1%).

Conclusioni

Questo ampio studio multicentrico sottolinea come, quantomeno in un'elevata quota di pazienti, anche anziani o ad elevata comorbidità, una dieta ipoproteica sia fattibile, con buona compliance e soddisfazione generale. La pluralità di opzioni, così come la dieta personalizzata, sono verosimilmente alla base di questo risultato.

release  1
pubblicata il  24 settembre 2015 
da Marta Nazha¹, Stefania Maxia², Claudia D'Alessandro³, Simona Roggero¹, Elena Mongilardi¹, Federica Neve Vigotti¹, Irene Capizzi¹, Tablo Mohamed¹, Gianfranca Cabiddu², Biagio Raffaele Di Iorio⁴, Giorgina Barbara Piccoli¹, Adamasco Cupisti³.
(¹SS Nefrologia ASOU san Luigi Gonzaga, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino; ²Nefrologia Osp. Brotzu Cagliari; ³Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, Università di Pisa; ⁴Dipartimento di Medicina, Nefrologia, Solofra)
Parole chiave: dieta, insufficienza renale cronica, qualità della vita
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