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Malattie genetiche/Malattie rare

La LDL-Aferesi modifica il profilo trascrittomico dei linfomonociti periferici (LMP) dei pazienti con ipercolesterolemia familiare trattati con LDL-Aferesi (LDL-A).

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Razionale

La LDL-A rappresenta un trattamento alternativo a quello farmacologico nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare (IF) resistente alla terapia convenzionale. Studi clinici recenti suggeriscono che la LDL-A può ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari e migliorare il microcircolo, ma i meccanismi molecolari alla base di tale miglioramento non sono ancora completamente noti. Scopo dello studio è stato quello di identificare, attraverso un approccio high-throughput, le differenze nel profilo di espressione genica dei LMP di pazienti sottoposti a trattamento con LDL-A.

Casistica e Metodi

Il profilo di espressione genica è stato valutato nei LMP isolati da 5 pazienti con IF, prima e dopo trattamento con LDL-A, mediante microarray (Agilent Technologies). I dati ottenuti sono stati valutati mediante analisi statistica (T test per dati appaiati) e funzionale delle pathway (Ingenuity Pathway Analysis, IPA). 

Risultati

I geni risultati differentemente espressi nei LMP, isolati prima e dopo LDL-A, erano 240 [fold-change (FC) ≥2,0]. L’analisi funzionale dei geni (IPA analysis) dimostrava che l’LDL-A modulava le pathway della: 1. Diapedesi ed adesione leucocitaria; 2. Cross-talk tra immunità innata e adattativa; 3. Signaling delle cellule natural killer; 4. Signaling dell’aterosclerosi. Alcune citochine proinfiammatorie, coinvolte nello sviluppo e progressione del processo aterosclerotico, sono risultate significativamente down-regolate a fine trattamento aferetico. In particolare,  l’Interleukina-1 (FC= - 5,054); la chemochina ligando 8 (CXCL8) (FC= -10,502); la chemochina ligando 1 (CXCL1) (FC= -2,605); la chemochina ligando 3 (CXCL3) (FC= -2,645) e la chemochina ligando 4 (CXCL4) (FC= -2,53).

Conclusioni

I dati dello studio suggeriscono che il trattamento con LDL-A può contribuire a ridurre il rischio cardiovascolare attraverso la modulazione di differenti pathway coinvolte nella progressione del processo dell’aterosclerosi e nella disfunzione endoteliale. Questa osservazione potrebbe aprire nuove prospettive nella prevenzione del rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da IF resistente alla terapia convenzionale. 

Simone S.(1), Chieti A.(1), Campobasso N.(1), Strippoli M.(1), Piscopo G.(1), Pontrelli P.(1), Rascio F.(2), Accetturo M.(1), Grandaliano G.(2), Gesualdo L.(1), Pertosa G.(1)
((1)UOC di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Dipartimento Emergenza e Trapianti di Organi (DETO), Univ. degli Studi Bari "Aldo Moro"; (2)UOC di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Dip. di Scienze Mediche e Chirurgiche, Univ. di Foggia.)
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