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Malattie genetiche/Malattie rare

GLOMERULONEFRITE MEMBRANO-PROLIFERATIVA: POTENZIALITA’ E LIMITI DELLA CARATTERIZZAZIONE BIOCHIMICA E GENETICA

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Razionale

La glomerulonefrite membranoproliferativa è stata recentemente oggetto di una riclassificazione tesa a correlare caratteristiche istologiche e meccanismi patogenetici. Si distinguono su questa base la forma mediata da immuno-complessi (IC-MPGN) e quella verosimilmente associata a disregolazione della via alternativa del complemento (C3 glomerulopathy, C3G). Lo studio condotto aveva i seguenti obiettivi: 1) valutare le caratteristiche genetiche, biochimiche e cliniche dei pazienti con IC-MPGN e C3G; 2) comparare i due gruppi per determinare se la classificazione istologica identifica diversi pattern di attivazione del complemento; 3) riconoscere fattori utili nel determinare la prognosi a lungo termine.

Casistica e Metodi

Sono stati presi in considerazione 140 pazienti con forme primarie segnalati al Registro della glomerulonefrite membranoproliferativa, classificati come IC-MPGN (n=67) e C3G (n=73) sulla base dei dati istologici e di immunofluorescenza. In tutti è stato eseguito uno screening genetico e sono stati valutati parametri di attivazione del sistema del complemento. Le caratteristiche istologiche, genetiche e biochimiche sono state correlate con i parametri clinici. 

Risultati

Mutazioni in geni coinvolti nel sistema del complemento sono documentabili sia in pazienti con IC-MPGN sia in quelli con C3G (n=25 con mutazioni a carico di CFH, CFI, C3, CFB e CD46). La prevalenza delle mutazioni è limitata e simile nei due gruppi. Le mutazioni a carico del gene C3 sono quelle più frequenti. La penetranza della malattia è condizionata dalla eventuale associazione di varianti comuni in geni che codificano per proteine regolatrici del complemento. I parametri biochimici e genetici sono più significativi rispetto alla classificazione istologica nel predire la prognosi a lungo termine.

Conclusioni

Lo studio fornisce nuovi elementi per chiarire la patogenesi di IC-MPGN e C3G. Le evidenze raccolte possono essere utili per stabilire la prognosi, indirizzare i trattamenti, disegnare nuovi trials clinici ed interpretarne i risultati.

Daina E.(1), Iatropoulos P.(1), Mele C.(1), Piras R.(1), Valoti E.(1), Bresin E.(1), Curreri M.(1), Mondo E.(2), Zito A.(1), Gamba S.(1), Bettoni S.(1), Murer L.(3), Fremeaux-Bacchi V.(4), Vivarelli M.(5), Emma F.(5), Noris M.(1), Remuzzi G.(1,2)
((1)IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”, Ranica, Bergamo; (2)Unità di Nefrologia, Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo; (3)Unità di Nefrologia Pediatrica, Dialisi e Trapianto, Azienda Ospedaliera di Padova; (4)Department of Immunology, Assistance Publique-Hopitaux de Paris, Hopital Europeen George-Pompidou and INSERM UMRS (1138), Cordelier Research Center, Team “Complement and Diseases”, Paris, France; (5)Unità di Nefrologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma; )
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