L’attuazione di registri clinici, fondamentali strumenti di controllo qualità, mal si conciliano con problemi di tempo, risorse e motivazione del personale coinvolto nell’input dati.
Il più delle volte i dati dei registri vengono inseriti manualmente a fine anno, e risultano incompleti o irrilevanti a breve termine sull’impatto delle cure.
L’ente ha deciso di sfruttare i registri esistenti e obbligatori per creare il CATALOGO DELLE INFORMAZIONI CLINICHE (CIC) che alimenta automaticamente i registri obbligatori, evita ridondanze, garantisce la completezza dei dati e permette l’analisi immediata mediante strumenti di Business intelligence.
Questa strategia è stata presto messa a disposizione della dialisi dopo l’analisi trasversale, svolta su pazienti prevalenti al 30.11.2015 nei nostri 4 centri dialisi, incentrata sulla modalità di inizio dell’emodialisi (HD): early o late-referral vs tipo di accesso alla protodialisi (CVC o FAV).
203 pazienti sono stati inseriti un registro informatizzato (RegistroAccessiDialitici), contente la storia degli accessi, patency primaria e secondaria, comorbilità ed endpoint del paziente, data eGFR<20mL/min, con campi definiti secondo la letteratura internazionale.
Il registro evidenzia: 127 (63%) pazienti hanno iniziato HD con CVC, 76(37%) con FAV; per garantire la pervietà primaria e secondaria dell’AV son stati necessari 1 intervento ogni 8.2 mesi vs 1 intervento ogni 14.4 mesi/pazienti (p < 0.05).
Con l’intento di modificare questo trand e migliorare la qualità con l’allestimento della FAV prima dell’inizio dell’HD in tutti i pazienti early-referral, sono stati creati due indicatori di qualità che vengono elaborati quotidianamente: n°FAV preHD/n°early-referral, n°CVC inizioHD/n°early-referral.